114 anni un terremoto distrusse Messina e parte di Reggio Calabria
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Ormai sono passati tantissimi anni, ma questo evento rimane tutt’oggi nei ricordi della gente. C’è qualche coglione che ancora lo usa come sfottò contro i meridionali, ma forse non si ricorda che morirono oltre 100.000 persone.
28 Dicembre del 1908
Stiamo parlando del terremoto che rase al suolo Messina e distrusse gran parte di Reggio Calabria, era il 28 Dicembre del 1908. Si Stima che sia stata la più grande catastrofe naturale del ventesimo secolo e per molti studiosi anche la più grave che abbia colpito il vecchio continente.
10° della scala Mercalli, cioè del 7.3 della scala Richter
La strumentazione era all’avanguardia per l’epoca ma, nonostante ciò, non permise di capire ne il grado ne il punto esatto fino a molti minuti dopo l’avvenimento; Comunque si parla del 10° della scala Mercalli, cioè del 7.3 della scala Richter. I danni non furono causati solo dal terremoto, ma anche dal maremoto che scaturì subito dopo.
Le notizie non furono inviate subito
Una delle curiosità più particolari è che le notizie non furono inviate subito per tre motivi il primo perché la gente cercava rifugio dove poteva e non pensò a lanciare la richiesta di aiuto, il secondo motivo è perché molte linee erano andate distrutte, ma il motivo forse più particolare è quello che i telegrafi impazzirono proprio a causa del Terremoto.
Solo parole o lettere senza senso
Iniziarono da soli a ticchettare senza dare reali notizie, ma solo parole o lettere senza senso, incomprensibili per chiunque. C’è una poesia di Salvatore Quasimodo dedicata al padre, scritta proprio nei giorni che lui visse a Messina subito dopo il terremoto che dice cosi: “Dove sull’acque viola era Messina” tra fili spezzati e macerie tu vai lungo binari e scambi col tuo berretto di gallo isolano. Il terremoto ribolle da due giorni, è dicembre d’uragani e mare avvelenato.»
Se proprio vogliamo dirla tutta, ancora non è finita
Comunque i soccorsi iniziarono poco dopo è la ricostruzione anche, ma se proprio vogliamo dirla tutta, ancora non è finita…la ricostruzione!