25novembre2024: per ricordare ancora i tanti femminicidi

25novembre2024: per ricordare ancora una i tanti femminicidi

Venticinque novembre duemila ventiquattro per ricordare ancora una volta i tanti femminicidi

Le tante donne ammazzate dalla pazzia di belve umane, che mai potremmo chiamare uomini. Venticinque novembre duemila ventiquattro per ricordare le leggi contro la violenza sulle donne che raramente vengono attuate o disattese, per ricordare che i fondi per i centri antiviolenza e per salvaguardare della vita delle donne, la difesa dei loro diritti e parità, latitano.

Parliamo sempre ogni anno di violenza sulle donne

Si continua a parlare di Femminicidio, tutti ne parlano, tutti con soluzioni a portata di mano, tutti pronti a criticare, consigliare, ma alla data odierna i femminicidi, la violenza sulle donne, gli stupri, i mobbing aumentano, diventando “pane quotidiano” …ma continuiamo a parlarne senza alcun successo. Si fa poco, pochissimo affinché la violenza diminuisca e con essa gli innumerevoli femminicidi. Avremmo sicuramente bisogno d nuove leggi e nell’ attesa far sì che quelli esistenti vengono fatte rispettare, vengono attuate, consapevoli che non bastano, che non frenano le violenze.

Reati di stalking violenza sessuale maltrattamenti

Dal mio modesto punto di vista, sono la causa di una sottovalutazione della pericolosità della violenza maschile, della gravità delle condotte e dell’entità dei danni provocati, da cui derivano sentenze che applicano pene irrisorie e riconoscono attenuanti negate dai fatti. A ciò si aggiunge che le donne hanno bisogno e chiedono protezione nell’immediatezza della querela: una risposta superficiale o addirittura assente delle autorità rinforza i maltrattanti che di conseguenza aggravano la loro condotta perché avvalorati nella loro pretesa di impunità”.

Venticinque novembre duemila ventiquattro per dire alle istituzioni in primis

A mettere in scena il loro protagonismo per riuscire ad incentivare significativamente i fondi destinati ai centri antiviolenza che anno dopo anno, sono sempre di meno. Venticinque novembre duemila ventiquattro che sia Viva Dio l’anno per le risorse a difesa delle donne, che da sempre non rispondono ai reali, evidenti bisogni di prevenzione del fenomeno della violenza di genere di cui le donne purtroppo sono quasi abituate.

Venticinque novembre duemila ventiquattro

Che sia l’anno contro i paurosi ritardi ingiustificati nell’erogazione dei fondi a livello centrale e regionale, che mettono sempre più a rischio la continuità e la qualità dei servizi e dei programmi dei centri antiviolenza, fondi, per i quali quei pochi erogati, non vengono distribuiti perché mancano i decreti attuativi, oppure perché i criteri di assegnazione sono scarsamente trasparenti e i soldi finiscono anche in mano a realtà che non hanno esperienza”.

Venticinque novembre duemila ventiquattro 

Anche contro la poca o niente attenzione sulla prevenzione culturale e sociale. Si fanno solo proclami, promesse, tante belle chiacchiere da bar dello sport, per la sensibilizzazione, educazione e formazione a vari livelli, esponendo sempre più le Donne a violenze certe e continue. Nessuno che con determinazione, impegno e coraggio, è stato capace fino ad oggi, a mettere in atto un’azione sistematica, che vada dall’educazione della prima infanzia fino alla trasformazione di comportamenti e atteggiamenti in età adulta. Sicuramente una profonda trasformazione della mentalità comune che considera le Donne come qualcosa che l’uomo ha diritto di possedere e che quindi non accetta di vedere allontanarsi, richiede tempi lunghi e un lavoro complesso, che non avviene in pochi mesi o in pochi anni, ma resta solo idea chiusa ermeticamente nei cassetti del non fare.

Venticinque novembre duemila ventiquattro per continuare a parlare della figura delle donne che

A quanto pare, la loro situazione non è delle migliori, tra violenze di genere, abusi e soprusi; per continuare un confronto, un dibattito a favore di tutte le donne di ogni colore, nazionalità e religione vittime di insulti e di offese dalle parole e dalle parolacce coniugate al femminile, tante e spesso ridondanti. Parole abusate, parole ereditate da un lessico comune, parole che tendono a “sporcare” il genere femminile e parole che al maschile, perderebbero il loro effetto denigratorio e lesivo. Per non parlare poi degli abusi, delle violenze e del rischio di morte.

Venticinque novembre duemila ventiquattro per ricordare sempre più donne

Protagoniste assolute di terre di saccheggio sessuale virtuale e reale. La figura della donna durante la storia ha attraversato momenti bui ed estremamente dolorosi, e, a quanto pare, la situazione non è delle migliori, anzi peggiora. Duemila ventiquattro e più, sono le sfumature della violenza e le mille giustificazioni che mortificano e uccidono le donne incominciando dalla violenza domestica, sociale, dagli stereotipi di genere duri a morire, al licenziamento se è in dolce attesa, fino ad arrivare alle ormai abusate discriminazioni sessiste di ogni genere, alla negazione dei loro diritti….

Intanto quest’anno sono 99 le donne uccise in Italia tra il 1° gennaio e il 18 novembre 2024, confermando le dimensioni strutturali di un fenomeno che conta circa una vittima femminile di omicidio ogni tre giorni.

  • Cosa fare per combattere davvero questa atroce violenza?
  • Come educare i nostri figli al rispetto?
  • Quali strategie adoperare?

Credo fermamente che il lavoro da fare sia tanto ed ognuno di noi nel nostro piccolo dovrebbe piantare nelle proprie case il seme del rispetto e del rispetto della diversità nell’uguaglianza. In occasione di questa “giornata in rosa” contro la violenza di genere, il report mostra come i politici, il sociale, ed ancora i clinici, i media ed il web, si siano uniti facendo muro contro muro, nel tentativo di arginare, ma soprattutto denunciare, questi incresciosi fenomeni di aggressività e di odio dei quali continuiamo a parlare, continuiamo a riempirci la bocca di idee e promesse impossibili ed incomprensibili. Parole, parole, sempre più belle parole, mentre le donne sempre più sole, continuano ad essere massacrate di botte e maltrattamenti, mentre le donne continuano a morire.

Non so voi, ma io trecento sessanta cinque giorni l’anno continuerò a ripetere, a più non posso basta, basta, basta, violenza sulle donne, suoi bambini e gli anziani.

il cittadino scrive il suo articolo che riceviamo e pubblichiamo 


HOME PAGE


Galg61TheSocialNews direttore fondatore  Giuseppe Castelli

Immagini collegate: