6 Luglio 1945 la strage di Schio”16 anni la più giovane vittima”

6 Luglio 1945 la strage di Schio"16 anni la più giovane vittima"

6 Luglio 1945 la strage di Schio”16 anni la più giovane vittima”


L’Italia del giorno dopo di Campopiano / Castelli


Oggi l’argomento si fa serio. Potremmo parlarne per ore e non trovare mai una versione unica ed ufficiale a cui tutti possa andare bene! 

Una delle stragi più efferate

Il 6 luglio del 1945 la seconda guerra mondiale era ufficialmente finita, ma portava dietro di sé lunghi strascichi e tanti omicidi dovuti alla fazione che difendevi. Una delle stragi più efferate avvenne nella notte tra il 6 ed il 7 luglio del 1945 nella cittadina di Schio in provincia di Vicenza. Nel carcere mandamentale di Schio vi erano circa 100 persone detenute, alcune di queste li per errore o solo perché a conoscenza di alcuni fatti accaduti mesi prima.  

La strage:

Un plotone armato prese un ottantina di queste persone detenute, le portò sulla porta d’ingresso e le ammazzò senza distinzione di età, sesso e motivazione della loro carcerazione. Alla fine, ci furono 54 morti e circa 20 feriti. I colpevoli furono riconosciuti e processati, gli fi inflitta la pena massima, la pena di morte, ma grazie all’indulto Togliatti furono scarcerati e liberati.

Chi fu il mandante della strage ?

Questi assassini non dissero mai chi fu il mandante, chi fu colui che diede l’ordine, ma abbiamo la certezza che tutti gli esecutori materiali erano partigiani e membri della polizia ausiliaria partigiana. Ai posteri l’ardua sentenza.

Piccolo cenno storico dal web
Il responsabile, alleato capitano Chambers dell’ordine cittadino, accese ulteriormente gli animi annunciando che, se non fossero state presentate denunce circostanziali entro cinque giorni, le persone arrestate senza denuncia sarebbero state liberate. In questo clima maturò l’eccidio, bensì erano ancora in corso accertamenti delle posizioni individuali: per alcuni era già stata accertata l’estraneità alle accuse ed altresì programmata la scarcerazione, non avvenuta per lentezze burocratiche. Dopo un approvazione cernita, Che suscitò contrasti tra coloro che dovevano fare parte del plotone di esecuzione, alcuni proposero che fossero risparmiate almeno le donne. Il Teppa si oppose dicendo: “gli ordini sono ordini e vanno eseguiti”, ma non disse da chi provenivano gli ordini e non fu mai accertato, nonostante un processo apposito nel 1956. Dopo un’ora di incertezza, mentre alcuni partigiani non convinti si allontanarono, venne eseguita la strage a colpi di  mitra. “La più giovane delle vittime aveva appena 16 anni”. Dopo l’eccidio l’evento ebbe grande risonanza non solo nazionale ma anche internazionale, perché venne utilizzato per dimostrare il pericolo costituito dal persistere di formazioni dal CLN.

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