Archimede di Siracusa: Matematico Scienziato Fisico e Inventore

Archimede di Siracusa: Matematico Scienziato Fisico e Inventore

Archimede di Siracusa (in greco antico: Ἀρχιμήδης?, Archimédēs; Siracusa, 287 a.C. circa – Siracusa, 212 a.C.

di Giuseppe Castelli da fonte wikipedia

È stato un matematico, fisico e inventore siceliota. Considerato come uno dei più grandi scienziati e matematici della storia, contribuì ad aumentare la conoscenza in settori che spaziano dalla geometria all’idrostatica (branca della meccanica), dall’ottica alla meccanica: fu in grado di calcolare la superficie e il volume della sfera e formulò le leggi che regolano il galleggiamento dei corpi; in campo ingegneristico, scoprì e sfruttò i principi di funzionamento delle leve e il suo stesso nome è associato a numerose macchine e dispositivi, come la vite di Archimede, a dimostrazione della sua capacità inventiva; circondate ancora da un alone di mistero sono invece le macchine da guerra che Archimede avrebbe preparato per difendere Siracusa dall’assedio romano.

La sua vita è ricordata attraverso numerosi aneddoti

Talvolta di origine incerta, che hanno contribuito a costruire la figura dello scienziato nell’immaginario collettivo. È rimasta celebre nei secoli, ad esempio, l’esclamazione èureka! (εὕρηκα! – ho trovato!) a lui attribuita dopo la scoperta del principio sul galleggiamento dei corpi che ancora oggi porta il suo nome. 

Elementi storici Statua di Archimede al Treptower Park di Berlino

Si hanno pochi dati certi sulla sua vita, ma tutte le fonti concordano sul fatto che egli fosse siracusano e che sia stato ucciso durante il sacco romano di Siracusa del 212 a.C. Vi è inoltre la notizia, tramandata da Diodoro Siculo, che abbia soggiornato in Egitto e che proprio ad Alessandria d’Egitto abbia stretto amicizia con il matematico e astronomo Conone di Samo.

Molto probabilmente non fu davvero così:

Lo scienziato sarebbe voluto entrare in contatto con gli eruditi dell’epoca appartenenti alla scuola di Alessandria, ai quali inviò molti suoi scritti. Durante questo ipotetico soggiorno, Archimede avrebbe inventato la “vite idraulica”. L’unica cosa certa è che egli fu veramente in contatto con Conone (come si evince dal rimpianto per la sua morte espresso in alcune opere) che però potrebbe aver conosciuto in Sicilia.

Tenne corrispondenza con vari scienziati di Alessandria, tra cui Eratostene, al quale dedicò il trattato Il metodo e Dositeo.

Un esempio valido pervenutoci sulla collaborazione tra lo scienziato e gli alessandrini è la lettera di premessa al trattato Sulle spirali. Secondo Plutarco era imparentato con il monarca Gerone II. La tesi è controversa ma trova riscontro nella stretta amicizia e stima che, anche secondo altri autori, li legava. La data di nascita non è certa.

Viene di solito accettata quella del 287 a.C.

Sulla base dell’informazione, riferita dall’erudito bizantino Giovanni Tzetzes, che fosse morto all’età di settantacinque anni. Non si sa però se Tzetzes si basasse su fonti attendibili ora perdute o avesse solo tentato di quantificare il dato, riportato da vari autori, che Archimede fosse vecchio al momento dell’uccisione. L’ipotesi che fosse figlio di un astronomo siracusano di nome Fidia (altrimenti sconosciuto) è basata sulla ricostruzione di una frase di Archimede effettuata dal filologo Friedrich Blass, contenuta nell’Arenario, che nei manoscritti era giunta corrotta e priva di senso. Se questa ipotesi è corretta, si può pensare che abbia ereditato dal padre l’amore per le scienze esatte.


IMMAGINE: Di http://www.ballonflug.org/archimedes.htm, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=653804


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