Comunità Energetiche: Al fianco dei cittadini per l’energia pulita

Comunità Energetiche: Al fianco dei cittadini per l'energia pulita

 Le comunità energetiche: Al fianco dei cittadini per una energia pulita e condivisa 

di Salvo Neri

Garantiamo lo sviluppo sostenibile del nostro paese. Promoviamo le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica. Una comunità energetica rinnovabile assicura vantaggi di tipo ambientale, sociale ed economico: riduce l’inquinamento producendo con fonti rinnovabili, condivide l’energia con tutti gli attori del territorio e ottimizza i costi energetici.

Una comunità energetica consiste in un’associazione

Un associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e piccole/medie imprese che decidono di unire le proprie forze con l’obiettivo di produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale. Insomma, in questo modo si intende creare una rete decentralizzata in cui è richiesta la partecipazione attiva e consapevole di ogni cittadino: i membri della comunità sono impegnati nelle varie fasi di produzione, consumo e scambio dell’energia, promuovendo una gestione sostenibile dell’energia, all’interno di un nuovo modello energetiche.

Oltre a sfruttare l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione

Le comunità energetiche rinnovabili garantiscono una riduzione dello spreco energetico e promuovono la condivisione di un bene fondamentale a un prezzo concorrenziale. La loro diffusione permette di soddisfare il fabbisogno energetico della popolazione e di proporre nuovi modelli socioeconomici incentrati sulla sostenibilità e la circolarità, senza ricorrere all’utilizzo dei combustibili fossili. Il primo passo da compiere è la costituzione di un’entità legale tra i futuri soci della comunità, siano essi persone fisiche, piccole o medie imprese, enti territoriali o amministrazioni pubbliche locali. Dal momento che, per legge, lo scopo di una comunità energetica non può essere il profitto, le forme più comunemente utilizzate per ragioni di praticità e convenienza sono quelle dell’associazione.

Il passo successivo consiste nell’individuare l’area

Area dove installare l’impianto (o gli impianti) di produzione, che dev’essere in prossimità dei consumatori. Questo significa, per esempio, che una PMI oppure una Pubblica Amministrazione possono installare un impianto fotovoltaico, rispettivamente sul proprio stabilimento produttivo o scuola, e condividere l’energia prodotta e immessa in rete con i cittadini del Comune che hanno deciso di far parte della comunità. Allo stesso modo si possono costituire comunità di quartiere, comunità agricole, comunità di borgo e così via. L’impianto non deve necessariamente essere di proprietà della comunità: può essere messo a disposizione da uno solo o più dei membri partecipanti o addirittura, da un soggetto terzo.

Questo significa, per esempio, che una PMI

Oppure una Pubblica Amministrazione possono installare un impianto fotovoltaico, rispettivamente sul proprio stabilimento produttivo o scuola, e condividere l’energia prodotta e immessa in rete con i cittadini del Comune che hanno deciso di far parte della comunità. Allo stesso modo si possono costituire comunità di quartiere, comunità agricole, comunità di borgo e così via. Ripartire fra i membri i ricavi derivanti dall’energia prodotta attiene alle regole di funzionamento della comunità energetica, che ciascuna comunità stabilisce liberamente attraverso un contratto di diritto privato.

Ripartire i guadagni della vendita dell’energia in eccesso

Per esempio, si può decidere di ripartire i guadagni della vendita dell’energia in eccesso in modo uguale fra tutti i soci ma di privilegiare, nella suddivisione degli incentivi, quanti si sono adoperati affinché i propri consumi fossero contemporanei alla produzione di energia o addirittura premiare quei soggetti che hanno messo a disposizione i propri impianti per il beneficio comune. Da un punto di vista pratico, ogni membro della comunità continua a pagare per intero la bolletta al proprio fornitore di energia elettrica, ma riceve periodicamente dalla comunità un importo per la condivisione dei benefici garantiti alla comunità. Tale compenso, non essendo tassato, equivale di fatto a una riduzione della bolletta. Le Energy Communities hanno numerosi impatti positivi su persone enti e comunità coinvolte

Ecco alcuni dei principali vantaggi:

  • Benefici economici. Grazie ai meccanismi di incentivazione derivanti dall’energia prodotta e utilizzata, la comunità è in grado di produrre un “reddito energetico” da redistribuire, ovvero un surplus remunerativo proveniente dall’ energia prodotta. I risparmi energetici si traducono in cali dei consumi e dei costi in bolletta, a cui si aggiungono i meccanismi degli incentivi del GSE.

—Benefici ambientali. Tra i vantaggi delle comunità energetiche c’è la diffusione delle rinnovabili (soprattutto fotovoltaico, ma non si preclude l’utilizzo di altre tecnologie, come eolico o batterie) al posto delle fonti fossili. Questo implica una diminuzione delle emissioni nocive dei gas responsabili dell’effetto serra (anidride carbonica) e un beneficio diretto sugli ecosistemi ambientali e sul cambiamento climatico. Inoltre, si evita di dissipare energia in perdite di rete grazie a una minore distanza da coprire e all’autoconsumo diretto da parte dei membri.

—Benefici sociali. Si stimola l’aggregazione sociale sul territorio e si educano i cittadini a una cultura rivolta alla sostenibilità urbana, coinvolgendo tutte le fasce della popolazione.

La creazione di una comunità attenta alla sostenibilità ambientale

Promuove la diffusione di modelli di inclusione e collaborazione in grado di generare benefici per il territorio e per le persone che lo abitano. Le comunità energetiche rinnovabili sono anche un’ottima occasione per accrescere la consapevolezza dei consumatori sull’importanza delle risorse, promuovendo comportamenti virtuosi e in grado di contrastare la povertà energetica.

La normativa sulle comunità energetiche:
Cosa prevedono tra le varie norme anche il sostegno finanziario alla produzione e all’autoconsumo di energia elettrica da fonti rinnovabili. Solo attraverso il ricorso alle Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) è infatti possibile realizzare un mercato dell’energia equo e sostenibile, che apporti all’umanità benefici ambientali, sociali, sanitari ed economici.
In quest’ottica le Energy Community

Costituiscono uno stimolo alla produzione di energia rinnovabile e un’opportunità di risparmio per i consumatori che vi aderiscono. La Direttiva prevede pertanto che vengano riconosciuti ai cittadini europei una serie di diritti affinché possano costituire e aderire a una comunità energetica.

(articolo di un cittadino che riceviamo e pubblichiamo)


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direttore fondatore del blog Giuseppe Castelli

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