Cibo come identità e unione tra i popoli nella settima puntata di Controcorrente LIVE con “Ethnic Cook”
Come sempre Controcorrente LIVE si colora di novità. Sarà, infatti, una puntata molto intensa e sicuramente “gustosa” quella che si terrà sabato 11 giugno dalle 18,00 presso il Ninetythree Lounge Bar sul lungomare di Margherita di Savoia e poi nei giorni successivi sulle frequenze di Radio Contatto e Radio LivEvent.
Programma radiofonico ideato e condotto da Doriana Tozzi
La settima delle dieci puntate previste per questa prima stagione del programma radiofonico ideato e condotto da Doriana Tozzi vedrà, infatti, protagonista la ballerina brasiliana Ana Estrela con Ethnic Cook, un progetto nato nel 2013, che attraverso la gastronomia favorisce l’interazione tra i migranti e le popolazioni ospitanti.
È diventato anche un libro
Recentemente “Ethnic Cook” è diventato anche un libro (Edizioni La Meridiana) tra le cui pagine si raccolgono ricette tipiche e storie di persone dalle esperienze e provenienze più disparate, che presentano le proprie tradizioni culinarie in un vivace scambio di sapori, ingredienti e colori.
Ana Estrela nasce a Salvador di Bahia (Brasile)
Ana Estrela nasce a Salvador di Bahia (Brasile) dove diventa ballerina e assistente di coreografia della Companhia Brasiliana di Dancas Populares. Utilizza la sua arte per promuovere percorsi di socializzazione per ragazzi di strada, bambini e adolescenti a rischio, persone con abilità altre, pazienti psichiatrici, prima in Brasile e poi in Italia dal 1999.
Nel 2008 fonda l’associazione Culturale Origens
Che aggrega persone di diverse nazionalità, promuove eventi artistici culturali e progetti sociali nel territorio italiano e in quello brasiliano. Nel 2013 realizza, sotto il nome di Ethnic Cook, un progetto di interazione tra i soggetti migranti e gli autoctoni attraverso la gastronomia.
Festival di street food con Eataly Bari
Ha dato vita a quattro festival di street food con Eataly Bari, alla prima mensa etnica del Sud Italia e al primo bistrot sociale multietnico. Il progetto, entrato a far parte della piattaforma Food for inclusion e UNHCR, è stato scelto dall’Università degli studi di Bari e Fondazione ISMU come una delle tre migliori pratiche al Sud che valorizzano le competenze dei migranti.
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