Femminicidi: È necessario che l’uomo sia anche femminista

Femminicidi: È necessario che l'uomo sia anche femminista

 FEMMINICIDI E VIOLENZA CONTRO LE DONNE: È NECESSARIO CHE ANCHE L’UOMO SIA FEMMINISTA 

Femminicidi che non fanno più scalpore

Cosa dovremmo fare noi uomini in una società patriarcale e in cui continuano le violenze sulle donne e i femminicidi. Femminicidi che non fanno più scalpore. Femminicidi che non fanno più testo, che passano inosservati. Femminicidi tra indifferenza, gelosia, possesso, incapacità ad accettare la fine di una relazione, vendetta, rivalsa. Paura della solitudine e della vecchiaia, difficoltà ad affrontare la propria malattia o quella del partner, depressione.

Casi di omicidio-suicidio potrebbe esserci la decisione concordata di uscire definitivamente di scena insieme

Problemi psichiatrici, allucinazioni, paure infondate. Gelosia ed eredità tra i moventi. Tra sette, esorcismi e santoni. Delitti mascherati da overdose Nove delle donne ammazzate avevano più di 70 anni. Nel pieno dell’esistenza, dai 41 ai 50, erano in 8. La vittima più piccola, Wendy Timò, volata giù da un balcone tra le braccia della madre, non è arrivata a 7 anni. Femminicidi 2024. Più di metà delle aggressioni mortali sono avvenute all’interno di coppie effettive o di coppie scoppiate, per mano di mariti, compagni, fidanzati ed ex o partner occasionali (17 su 28).

Cinque donne sono state ammazzate dai figli

Una dall’ex compagno della sorella, un’altra dal genero mancato, un’altra ancora da un conoscente. Due figlie sono state soppresse dalle mamme, una dal padre. Dieci dei presunti uccisori di donne si sono suicidati dopo aver tolto la vita alle loro vittime. 2024 l’anno degli orrori e nell’elenco degli uomini assassini anche un maresciallo della guardia di finanza, Cristian Sodano, indagato per un duplice assassinio. Con la pistola d’ordinanza ha sparato alla sorella e alla mamma dell’ex fidanzata, Renée Amato e Nicoletta Zomparelli. Femminicidi 2024 tra gli assassini, tra i quaquaraquà’ di turno anche un carabiniere in congedo.

Gli indagati per femminicidio e omicidio sono in gran maggioranza uomini

Anzi di più mezzi uomini, ominicchi e quaquaraquà come sempre. E probabilmente sono di genere maschile anche gli autori dei delitti non risolti, un sesto del totale, stando alle informazioni divulgate da procure e forze di polizia. Le donne indagate per omicidio di cui si si è avuta notizia sono dieci (in azione sole o con altri), in taluni casi hanno alle spalle vicende complesse, situazioni particolari e problemi mentali, da approfondire con consulenze e perizie.

Due madri passate dall’amore alla violenza:

Giulia Lavatura, la mamma che si è gettata dal balcone con in braccio la piccola Wendy e il cane di casa, era in cura da una decina di anni per problemi psichiatrici. Ha tentato il suicidio, è sopravvissuta. Dello strangolamento di Maria Cirafici si è autoaccusata la madre Sisinia Fanni. La figlia, ha raccontato l’anziana signora, soffriva di una grave forma di depressione, condizione che pesava sulla convivenza. E lei si sentiva stremata, dopo dieci notti senza sonno, e non riusciva più a gestirla.

Donne che uccidono:

Diego Rota è stato accoltellato dalla moglie Caryl Menghetti. Anche lei soffriva di disturbi mentali da anni. Poche ore prima dell’omicidio aveva avuto delle allucinazioni, era stata portata alla psichiatria dell’ospedale di Treviglio e dimessa con terapia farmacologica. Credeva che il marito fosse in una setta segreta e potesse fare del male alla figlia. Per la morte di Carlo Gatti si ipotizzano responsabilità tutte da dimostrare della nipote acquisita e badante, Liliana Barone. La donna, per spiegare le profonde ferite alla testa del pensionato, ha ripetuto che è stato un incidente. Potrebbe aver agito per interessi economici, l’eredità. Per Tiziano Colombo, preso a coltellate durante una lite domestica, sotto inchiesta è finita la compagna Rosa Comito.

Per un’altra lite con epilogo irrimediabile

La fine tragica di Vincenzo Silvestri, la responsabilità viene attribuita ad Ana Toader, fidanzata o forse spasimante, gelosa. Femminicidi a go go sul territorio nazionale tra l’indifferenza di tutti specie delle donne. Femminicidi, violenze inaudite ad Altavilla Milicia, Salassa e Nizza Monferrato, Paderno dove un diciassettenne ha sterminato la sua famiglia uccidendo madre padre e fratellino si aggiungono ai paesi di provincia destinati a rimanere nella memoria collettiva, come Cogne, Novi Ligure, Erba, Garlasco.

In una villetta del paese siciliano

Sono stati trovati i resti carbonizzati dei fratelli Kevin ed Emanuel e della madre Antonella Salomone, torturati prima di essere uccisi. Il capofamiglia, fanatico religioso, ha detto che in casa c’era il diavolo e che lui ha liberato i suoi cari, posseduti. Si è salvata la figlia primogenita, poi fermata perché potrebbe avere avuto un ruolo nella strage familiare. In carcere sono finiti anche due pseudosantoni, un lui e una lei, Sabrina Fina.

Morti per esorcismo:

Khalis Lakhrouti è morto soffocato, nel comune torinese di Salassa, durante una sorta di esorcismo islamico. I parenti pensavo che avesse Satana dentro e non problemi psichiatrici. Tra gli arrestati per il delitto, fatto passare per overdose, figura l’ex moglie Sara Khramiz. Per lei, come per tutte le altre e tutti gli altri indiziati, rei confessi compresi, vale la presunzione di non colpevolezza. Il parricidio e la verità di Makka 18 anni e origini cecene, è accusata per ora di “omicidio aggravato” del padre Akhyad Sulaev. Lo ha accoltellato, si è giustificata lei, per difendere la madre e mettere fine a ripetuti maltrattamenti e minacce, mai denunciati prima. «Spero che tutti gli uomini simili a mio padre – ha appuntato la ragazza sui fogli trovati nella casa del parricidio, a Nizza Monferrato brucino all’inferno. A volte prende mia madre la trascina di fronte ai miei fratelli maschi e insegna loro come si tratta una donna. “Quando vostra moglie vi risponderà o si comporterà male dovrete prenderla così, come fa papà”».
“Ogni uomo è complice e non ci si può fidare di nessuno”

È chiaramente un’iperbole: è un modo per dire che dietro ogni uomo può nascondersi un femminicida, almeno fino a quando non cambieremo radicalmente il contesto culturale e sociale dominato dal patriarcato in cui viviamo. È ovviamente un urlo di protesta e aiuto e non un’accusa ad ogni singolo essere umano di sesso maschile.

il cittadino scrive il suo articolo che riceviamo e pubblichiamo


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Galg61TheSocialNews direttore fondatore  Giuseppe Castelli

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