Feste Agatine tra fede, religiosità, devozioni, folklore, odori, profumi, cultura e sentimenti
di Salvo Neri
Le feste agatine che fanno riabbracciare parenti e amici che tornano a casa; le festività agatine infatti, oltre al solenne e significativo momento religioso, rappresentano anche motivo d’incontro che esprime cultura e sentimenti.
Un importante momento di promozione del territorio
Rappresentato all’esterno dalla professionalità r di abili artigiani che col loro lavoro e la loro arte, come quella dei luminaristi, degli artificieri, di addobbatori e apparatori religiosi, rende possibili serate che trattengono in piazza fino a notte tantissimi turisti, cittadini, devoti, curiosi, tra un susseguirsi di un emozionanti spettacoli a cielo aperto, tra le tradizionali bancarelle custodi di antiche tradizione, ricche di fascino e di storia, di luci, di colori e odori, con quel fascino che incuriosisce.
A Catania sono voci di festa
Suoni e frastuoni che risvegliano il senso di appartenenza di una comunità che si ritrova e si riscopre. Non solo religiosità, fede,folklore, è la festa di sant’Agata, ma anche festa per le papille gustative; festa di odori e sapori, n mappamondo di profumi e colori, con particolare attenzione per i prodotti del territorio, e l’alta pasticceria catanese.
Festività quelle Agatina che non lasciano insoddisfatti i palati che amano tanto il dolce quanto il salato
Prelibatezze come il torrone di mandorle, nelle sue diverse varianti da quello con le nocciole, a quello con il sesamo o i pistacchi, ma il tradizionale torrone delle festività Agatine è quello di mandorle. Dolce, caramellato, di colore ambrato, con quel sentore d’agrumi di Sicilia, miele e un odore inebriante: lo si riconosce subito, un must per chi vive e popola la città di Catania, un dovere assaggiarlo. E c’è anche un alternativa: il torrone gelato, di forma triangolare, servito a spicchi. Fatto di pasta reale, decorato, come il più classico torrone farcito, è ripieno di frutta secca, frutta candita e parecchio zucchero. Ma questa variante ha in più, al suo interno: del cremosissimo e fresco gelato.
Un altro toccasana per le papille gustative:
Le olivette di Sant’Agata dal sapore molto dolce e ricoperte da zucchero o cioccolato. L’impasto è anch’esso caratterizzato da una predominante di mandorle (marzapane) ed hanno la tipica forma delle olive; tradizione vuole che un giorno Agata, mentre era braccata dagli uomini di Quinziano, si abbassò per allacciare i calzari e vide un albero di ulivo, dietro il quale si nascose e si cibò dei suoi frutti.
Calia e Simenza
Le tantissime bancarelle presenti nelle vie limitrofe alla festa ne sono ricche e odoranti: si tratta di una preparazione tipica siciliana di ceci e semi di zucca; i primi vengono lavorati in delle bassine e poi salati, mentre i secondo vengono essiccati e anch’essi salati successivamente. I commercianti ambulanti li preparano in loco ed è uso e costume consumarli ancora caldi e croccanti.
Mele caramellate e mandorle pralinate
Anch’esse facilmente reperibili nelle bancarelle ambulanti, seppur non tipicamente e unicamente caratteristiche delle festività Agatine, è possibile trovarle in mano ai tanti bambini che ne rimangono affascinati e deliziati. Le mandorle vengono anch’esse zuccherate nelle bassine, assumendo quasi un aspetto cristallizzato e ambrato.
Cedro o Piretto
Seppur un semplice frutto tipico delle nostre terre, è uso e costume consumarlo durante la festa di Sant’Agata. Servito su un piattino, viene accompagnato con del sale iodato, quasi a contrastare, in un tripudio di sapori, la dolcezza del mallo e l’agrezza del cuore interno.
Datteri
Mix delle influenze arabe, intrecciate a quelle siciliane, i datteri sono un dolce tradizionale della festa. I datteri vengono sgusciati, tagliati a metà, riempiti con pasta di mandorla e avvolti nello zucchero. Un sapore deciso ed avvolgentemente dolce.
Carne di cavallo Il più classico cibo da strada
lo street food più amato e caratteristico della festa. Il panino con la carne di cavallo o le polpette di cavallo sono la tradizione più autentica della città, da gustare proprio davanti a uno dei bracieri accessi, nella classica via Plebiscito, nella zona del Castello Ursino e, comunque, in molti angoli centrali e periferici della città.
Le minnuzze di Sant’ Agata
Hanno in sé alcuni degli elementi più tipici della Sicilia: il bianco dell’Etna innevata, la lava al centro rappresentata da un piccola ciliegia candita. Ma più di tutto, come leggenda narra, pare rappresentino i seni che, amputati, ricrebbero miracolosamente alla Santa. Delle vere e proprie cassatelle in miniatura, ricoperte di glassa e con un’anima di pan di spagna e ricotta zuccherata, con un piccolo candito rosso a ricordarne proprio il martoriato seno della Santa Patrona di Catania, alla quale fu strappata una mammella. Dalla forma tondeggiante e a cupola, di colore bianco, vengono realizzate e gustate solo durante il periodo delle festività.
Arancino amato tutto l’anno
Consumato anche durante la festa della patrona. Il vero re della tavola calda, accanto a pizzette, bombe, cartocciate, schiacciate, cipolline, l’arancino è una tentazione cui cedere assolutamente. Da gustare in versione classica, con ripieno al ragù oppure da scegliere nella versione al pistacchio, alla norma o al burro. Mordere per credere.
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