Gianni Gallo: “Il tocco del male” Cos’è il male si può combattere?

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Gianni Gallo

Gianni Gallo: “Il tocco del male” Cos’è il male si può combattere?  


                                                                                     di Gianni Gallo 


Il tocco del male. satanismo, sette. o gruppi che evocano il male, chi sono? si possono combattere? Voglio riproporre questa narrazione già raccontata in passato ma ‘questa volta sarà più completa con particolari più precisi. Avevamo un’associazione chiamata civitas con veri professionisti ex appartenenti alle forze dell’ordine, psicologi, criminologi avvocati, esperti nella ricerca di profili ecc.

L’interesse principale è la violenza di genere. Il municipio ottavo “Roma”.

Aveva messo a disposizione un ufficio per supportare questo reato infame. molte donne si sono rivolte a noi per avere aiuto psicologico, medico e legale naturalmente gratis. passiamo al racconto Una mattina incontriamo madre, padre e un piccolo bambino. Il bambino di circa 10,11 anni presenta dei disturbi di doppia personalità, così dicevano i genitori. Le ragazze prendono il bambino e lo portano in una stanza adiacente con vetrata, mentre io mi soffermo con il padre e la madre a conversare, improvvisamente. Sento le grida delle ragazze, mi precipito. dicono che il bambino aveva rigirato le pupille dicendo una frase con voce rauca e adulta,” lasciatemi in pace” I genitori vogliono un prete siamo scettici siamo più per la scienza ma come impedire a una richiesta di due genitori disperati.

Il giorno dopo con il parroco di quartiere

Così facemmo, il giorno dopo con il parroco di quartiere presenti la madre, il padre e naturalmente il bambino il padre era seduto mezzo intontito presumibilmente fatto di eroina. Questa volta volevo appurare personalmente insieme al prete. Si Decide che su un foglio di segnare tante croci, il bambino parla con noi tranquillo ma in un momento di distrazione voluta, con un gesto violento allontana il foglio. Noi e il prete ci guardiamo, senza commentare. Il sacerdote mi prende da un lato sussurra che lo avrebbe incontrato di nuovo per studiare il caso. La mamma decide e vuole un percorso con la chiesa, noi naturalmente siamo più per un controllo medico e un percorso con gli assistenti sociali, lasciamo loro la decisione. Entrai in macchina per andare a casa, avevo un crocifisso al collo si staccò, non gli dieti peso.

Ora, la seconda parte, che non raccontai mai alle mie collaboratrici.

Dopo giorni, la mia curiosità mi portò davanti alla porta di casa di questa famiglia “era meglio che non l’avessi fatto.” Busso, la signora apre, contenta di vedermi, un ambiente scuro e triste le serrande sono a metà mi porta in cucina, una bottiglia di vino sul tavolo con due bicchieri, il marito su un divanetto assorto nei suoi pensieri. Il percorso è breve dalla porta alla cucina c’è una cornice con un vetro coperto con uno straccio.

La casa è composta di cucina, bagno, una camera da letto una cameretta e un saloncino.

Chiedo del bambino, mi dicono che è nella sua cameretta, mi portano da lui, lo chiamo, Emanuel si gira mi guarda sorpreso e con un balzo si aggrappa al collo, mi dà un bacio e mi dice: aiutarmi: Lo guardo gli chiedo, cosa succede? Ho una sensazione strana Emanuele mi prende la mano andiamo nel salone mi fa sedere. di fronte a me una specchiera con una cornice dorata coperta da un lenzuolo, il bambino con gesto rabbioso tirò via il lenzuolo. Emanuel come posso aiutarti? Cambia lo sguardo mi fissa negli occhi Emanuel mi guarda fisso negli occhi la madre accanto a me. Mi dice che in quel momento non è lui, sono scettico credo nei fatti nella scienza, non può essere vero quello che sta capitando c’è sempre una spiegazione. Le sue mani stringono le mie Emanuele mi dice di guardare lo specchio, così feci era più forte di me la curiosità, maledetta curiosità.

Lo specchio si oscura, un’ombra appare, non so di chi è

Lo specchio si oscura pian piano Tacci, vedo che lo specchio si oscura, un’ombra appare, non so di chi è, fanculo la curiosità, stacco le mani dalle sue, lo specchio ritorna a essere normale. Sono spaventato, ma non devo farlo vedere. Il bambino ritornato Emanuel mi guarda non sa nulla di ciò che era avvenuto. Mi alzo guardo la mamma e dico: signora faccia ciò che deve e subito, se e necessario vi accompagno dovunque vogliate andare. Continuo a parlare con lei gli chiedo da quando è in questo stato. Elena così si chiama la mamma mi conferma che tutto è accaduto un paio di mesi fa, un pomeriggio con dei amichetti si sono divertiti a fare per gioco una seduta spiritica con una tavola con delle lettere e un triangolo lo avevano visto su internet.

Da quel giorno non è stato più bene.

Ho visto quel che ho visto, sono un tipo che non è facile farmi impressionare, nella vita ho visto di tutto ma questo no, il mio credo professionale avuto in quel momento ho vacillato. Vado via salutai la donna l’uomo era sulla poltrona nel suo mondo dei sogni, mi giro guardo Emanuele lo abbraccio un bacio sulla fronte lo accarezzo e lo saluto, alla donna gli do il mio numero del cellulare, sono a tua disposizione. Da quel giorno non seppi più nulla, dopo un anno circa incontrai il sacerdote, gli chiesi se avesse avuto contatti con il bambino, lui disse di sì. Non ho voluto sapere nient’altro. Il mio crocifisso lo conservo in una scatolina non l’ho più messo.    


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