L’alba: estate1981 nei pressi cimitero un vigilante rinviene corpo di una donna

L'alba estate1981 vicino cimitero un vigilante rinviene il corpo di una donna

L'alba estate1981 vicino cimitero un vigilante rinviene il corpo di una donna

Una vita in divisa: tra fantasia è realtà di Gianni Gallo:

  • All’alba di una mattina d’estate del 1981

un vigilante addetto alla custodia del cimitero di un piccolo paese vicino a Siena rinviene all’interno di un’autovettura, il corpo di una giovane donna. L’autovettura è nuova, non presenta segni di effrazione. i vetri dei finestrini sono chiusi così come le portiere. La giovane donna è interamente vestita, seduta al lato di guida, il capo proiettato in avanti, il busto leggermente flesso ma tenuto in questa posizione dalle braccia legate ad abbracciare il sedile e i polsi legati da uno spago.

Il corpo non presenta segni di violenza o di difesa almeno in apparenza

La donna è morta circa sei ore prima. la giovane è un’orfana del paese, una vita ritirata, niente strane frequentazioni né abitudini. è una sarta, confeziona abiti per tutti; per personaggi più o meno in vista, più o meno ricchi, laici e membri del clero. il medico legale esamina il corpo, non vi sono segni di colluttazione ad eccezione dell’ecchimosi ai polsi e di due unghie sbeccate. Il magistrato autorizza la rimozione del corpo in modo da poterne effettuare un esame più accurato.

Ma perché’ una donna dalle abitudini tanto lineari

si è recata a quell’ora tarda in quella zona? Chi doveva incontrare? Con chi aveva appuntamento? L’esame autoptico, intanto, rileva nel collo della donna, la presenza di un piccolo foro di entrata. Le analisi rilevano la presenza nel sangue di arsenico ed urina. Arsenico e urina. Subito questo mix letale richiama alla mente del medico legale la pozione velenosa che l’inquisizione usava per eliminare tutti coloro che venivano ritenuti maghi, streghe, fattucchiere. Qualcuno le ha iniettato il veleno nel collo. Perché’? E chi?
  • Proseguono intanto le indagini.

Nulla di strano si rinviene nell’abitazione della donna. Si esamina la sua agenda di appuntamenti. Don Giuseppe, il parroco del paese, pare fosse un cliente assiduo della sarta. Questo mix di veleno non smette di ronzare nella mente del medico legale.

  • Ma certo! Cesare Borgia

detto il valentino, l’inventore del veleno letale chiamato vin dei Borgia, appunto composto da urina ed arsenico. Dalla ricostruzione effettuata, era dunque emerso che, la sarta, dovendo consegnare gli abiti richiesti al sacerdote, si era recata in parrocchia ma, non avendolo trovato stava per tornare a casa quando aveva deciso di recarsi al cimitero per far visita ai suoi parenti, prima che chiudesse.

Lì era avvenuto l’incontro con il prete o meglio

lo aveva seguito ed era rimasta a guardarlo mentre celebrava una messa nera. non aveva potuto soffocare un gemito di terrore e scoperta, era stata rincorsa fino all’auto. La donna Si era giustificata dicendo che voleva solo consegnare gli abiti. e, mentre si chinava per consegnare il pacco fu colpita, perse per un attimo conoscenza il tempo di poter far iniettare il veleno letale.

Una Vita in divisa di Gianni Gallo

(𝐎𝐠𝐧𝐢 𝐫𝐢𝐟𝐞𝐫𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞, 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐢 𝐨 𝐥𝐮𝐨𝐠𝐡𝐢 è 𝐩𝐮𝐫𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐜𝐚𝐬𝐮𝐚𝐥𝐞)

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