Eligere Associazione
No Violence: ce ne parla la Prof.sa Tina Chiariello
Come comportarsi quando un docente viene a conoscenza di violenza cui gli studenti sono stati testimoni o vittime ?
Non esiste alcun segreto
Poiché non esiste alcun segreto professionale ne parla la Prof.sa Chiariello, la ( cosa che ovvie ragioni vige, invece, tra medico e paziente ) tra docente e studente, specie in tali circostanze di estrema gravità, l’insegnante DEVE segnalare il caso al proprio Dirigente scolastico, che a sua volta si rivolgerà agli organi competenti.
Si tratta, prosegue la Prof.sa, quindi, di un primo segnale di Ascolto da parte di un’Istituzione, quella scolastica, che rappresenta per Noi ( parlo da mamma, oltre che da Docente e da Presidente dell’ Associazione Eligere ) un luogo sicuro, così come la casa.
Assistiamo tristemente
Assistiamo tristemente, prosegue la Chiariello, invece, a scene di “ordinaria follia”, dove quel luogo reputato sicuro, la casa così come la scuola, diventano scenari di violenza inaudita a danno di donne, mogli e madri, e di bambini, incapaci di difendersi.
La scuola
La scuola, la “Buona Scuola”, può fare molto per educare i giovani alla cultura della prevenzione agli stereotipi di genere e alla prevenzione della violenza in generale. E deve farlo a partire dalla scuola dell’infanzia, se non prima, a partire dal nido, attraverso giochi e letture ad hoc. C’è moltissima letteratura sul tema, a partire dai più piccoli. E la prevenzione attraverso attività mirate deve essere calata nel proprio curricolo didattico perché non ne risulti un’azione avulsa dal contesto, un incontro sul tema e finita lì, si torna al routine di sempre, non può essere un intervento risolutivo. Deve riguardare trasversalmente tutte le discipline e tutti i docenti. Non può e non deve essere appannaggio di un singolo docente, ma di tutto il consiglio di classe.
Goccia dopo goccia
Goccia dopo goccia s’instillerà nei ragazzi una consapevolezza nuova dell’identità di genere e prenderanno gradualmente le distanze dallo stereotipo diffuso tra uomo e donna. Si insegnerà il rispetto e il dialogo, le armi più potenti per combattere la violenza, che si tratti di violenza domestica perpetrata ai danni delle donne o di bullismo.
Insegniamo il rispetto
Conclude la Prof.sa Tina Chiariello, insegniamo il rispetto e il dialogo. Spesso i giovani non dialogano perché non sono abituati a farlo o non conoscono le regole del gioco. Insegniamo con l’esempio, a Casa come a Scuola.
di Tina Chiariello