Norma Cossetto la studentessa istriana uccisa dai partigiani di Josip Broz
fonte: Ricerca sul web
La notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943 Norma Cossetto, studentessa universitaria istriana, torturata, violentata e gettata in una foiba. È stata uccisa dai partigiani di Josip Broz, meglio conosciuto come Maresciallo Tito, nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943. Le foibe sono voragini rocciose a forma di imbuto rovesciato, create dall’erosione di corsi d’acqua, tipiche della zona carsica. La sua storia è emblematica dei drammi e delle sofferenze delle donne dell’Istria e della Venezia Giulia negli anni dal 1943 al 1945.
Colpevoli spesso di essere mogli, madri, sorelle o figlie di persone ritenute condannabili dal regime
Si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia
Alla fine dell’estate si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia, all’Università di Padova, superando brillantemente tutti gli esami. Nell’ottobre del 1941 ottiene una supplenza come insegnante di lettere al liceo Gian Rinaldo Carli di Pisino e l’anno seguente consegue un nuovo incarico presso l’Istituto Magistrale Regina Margerita di Parenzo. Riesce ad ottenere anche brevi docenze a Spalato ed Albona, coronando così il suo sogno di intraprendere la professione di educatrice. Gli studi e le lingue straniere. I suoi contemporanei la ricordano come una giovane ragazza dedita allo sport, molto portata per gli studi e le lingue straniere. Parla bene il francese e il tedesco.
Si dedica anche allo studio del pianoforte, ama il canto e la pittura
Nell’estate del 1943
Norma gira in bicicletta per i comuni dell’Istria raccogliendo materiale per la sua tesi di laurea, intitolata L’Istria rossa e dedicata allo studio del territorio istriano ricco di bauxite. Nello stesso periodo, la famiglia Cossetto si vede costretta a lasciare Visinada perché, all’arrivo dei partigiani titini in paese, iniziano le minacce dirette verso i vari componenti della famiglia. Il padre Giuseppe è costretto pertanto a trasferirsi per un breve periodo a Trieste. Gli zii Giovanni ed Emanuele, fratelli del padre, vengono arrestati rispettivamente il 16 e il 24 settembre e subito condotti a Pisino. Il 25 settembre un gruppo di partigiani titini irrompe in casa Cossetto razziando ogni cosa Il giorno successivo prelevano Norma che viene portata nella ex caserma dei Carabinieri di Visignano dove i partigiani la tormentano, promettendole libertà e mansioni direttive, se avesse accettato di collaborare con il Movimento Popolare di Liberazione.
Al netto rifiuto, viene rinchiusa con altri parenti, conoscenti ed amici nella ex caserma della Guardia di Finanza a Parenzo
Tutte le donne vengono violentate e seviziate
Norma, che continua a rifiutare ogni collaborazione con il Movimento Popolare di Liberazione, viene portata in una stanza a parte dell’edificio, spogliata e legata ad un tavolo. Qui è ripetutamente violentata da diciassette aguzzini, e dopo giorni di sevizie viene gettata nuda nella foiba di Villa Surani, sita alle pendici del Monte Croce, vicino alla strada che da Antignana porta al villaggio agricolo di Montreo.
La salma di Norma viene composta nella piccola cappella mortuaria del cimitero di Castellerier
Dei suoi diciassette torturatori, sei vengono arrestati e obbligati a passare l’ultima notte della loro vita nella cappella mortuaria del locale cimitero per vegliare la salma della giovane donna, prima di venire fucilati dai tedeschi il mattino seguente. Ai funerali di Norma che verrà tumulata nella tomba di famiglia a Santa Domenica di Visinada assieme al padre, partecipa un grande numero di persone. 8 maggio 1949 Nel dopoguerra, l’8 maggio 1949, il Rettore dell’Università di Padova, Aldo Ferrabino, su proposta di Concetto Marchesi e del Consiglio della Facoltà di Lettere e Filosofia, le conferisce la laurea ad honorem, specificando che Norma è caduta per la difesa della libertà.
Carlo Azeglio Ciampi L’8 febbraio 2005 l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi concede alla giovane istriana la medaglia d’oro al merito civile
La vita e soprattutto la morte di Norma o meglio le ragioni delle violenze subite e della sua uccisione
Continuano tuttavia a essere oggetto di interpretazione politica, in particolare il suo presunto legame diretto con il fascismo. Ricerche d’archivio avvalorano di contro la tesi che Norma ha sempre dimostrato un totale disinteresse per la politica. Norma, come molte altre centinaia di donne e uomini infoibati, è stata uccisa perché colpevole di abitare un’area geografica oggi divisa tra Italia, Slovenia e Croazia. In questo senso, la figura di Norma e la sua rilevanza storica si devono leggere storicamente e politicamente perché questa giovane donna è una delle tante vittime dell’etnicidio che nel 1943 e nel 1945 ha sconvolto queste aree di confine.