Pace nel mondo insieme uniti tra fede speranza e determinazione

Pace nel mondo insieme uniti tra fede speranza e determinazione

Insieme uniti tra fede speranza e determinazione per la pace nel mondo

di Salvo Neri

Restiamo uniti per la Pace, contro le forze dell’odio e dell’esclusione. Non può esserci pace senza giustizia, uguaglianza e dignità per tutti. 01 gennaio 2025: nella Giornata Mondiale della PACE non ci rimane ancora una volta, che promuovere delle attente riflessioni e iniziative atte a spronare i guerrafondai, i Governi che favoriscono le guerre, provando a capire tutti insieme, che la Pace si deve operare nella vita di tutti i giorni, perché è una qualità che vale la pena imparare a cercare e coltivare.

Riflessioni e continue meditazioni tutti giorni

Posso essere un punto di partenza per iniziare a cercare esempi di pace nella vita quotidiana parlando del pregiudizio e delle discriminazioni, specie quando li incontriamo sulla nostra strada. Facciamoci portatori, fautori di esempi di Pace spingendo i nostri figli, i nostri nipoti, a pensare ai sentimenti altrui mettendosi nei loro panni e promuovendo l’empatia. Piccoli esempi di Pace nel quotidiano, invitando i bambini a salutare i passanti con un bel sorriso… piccoli gesti per iniziare proprio da qui, per coltivare la pace. In fondo basterebbe un piccolo gesto da parte di ognuno di noi, affinché il mondo sia un posto migliore.

Se il 2024 ci ha lasciato con un bilancio grave

Il 2025 purtroppo potrebbe essere segnato da un peggioramento di alcune guerre già in corso, con implicazioni globali devastanti. Insieme, uniti tra fede, speranza e determinazione, per creare un futuro più pacifico, ma condividendo anche il dolore per la perdita di vite preziose dovuta alla violenza in tutte le sue forme terroristica, statale, aziendale e domestica. Insieme uniti tra fede, speranza e determinazione, dobbiamo lottare, alzare la voce per fermare lo sviluppo senza regole che danneggia il pianeta. Le vite di chi si trova in prima linea del riscaldamento globale vengono decimate insieme a una perdita irreversibile di specie e habitat. Insieme uniti tra fede, speranza e determinazione, per detestare la criminalizzazione delle persone, dei loro amici e delle loro famiglie, che in molte parti del mondo vengono rifiutate, perseguitate e perfino uccise. Insieme uniti tra fede, speranza e determinazione per lottare senza mai stancarci, per gli uomini e le donne di colore uccisi o danneggiati dalle autorità, restando a fianco delle loro famiglie, che mostrano coraggio e resilienza nella loro ricerca di verità, responsabilità e giustizia.

Dobbiamo educare i nostri figli perché non perpetuino questo razzismo sistematico

Mentre li prepariamo ad assumersi la responsabilità di creare un’eredità migliore per le nostre comunità e denunciare le vite perse e distrutte per sempre a causa della violenza domestica e l’uso dei corpi delle donne come armi da guerra, devastando intere generazioni attraverso la privazione dei diritti fondamentali, lo stupro e la sottomissione. Non dimentichiamo i rifugiati fuggiti dalle loro case e dai loro paesi devastati dalla guerra e da altre cause al di là del loro controllo e tutti quelli, compresi innumerevoli bambini innocenti, rimasti vulnerabili e senza casa. Difendiamo quelli che vengono imprigionati in centri di detenzione dove i diritti umani non sono rispettati.

la Siria lo Yemen il Sud Sudan e l’Afghanistan

Non permettiamo che le devastazioni e le enormi perdite di vite umane dovute alla guerra continuino in luoghi come la Siria, lo Yemen, il Sud Sudan e l’Afghanistan. Denunciamo la promozione politica di un’industria bellica che mette le armi in mano a chi viola i diritti umani. Non possiamo non accorgerci dei tanti focolai di guerra che in Libia, Yemen e Siria che, sebbene formalmente conclusi, questi conflitti non hanno raggiunto una pace duratura. In Libia, la frammentazione politica ha alimentato nuove tensioni nel Sahel, mentre in Yemen il cessate il fuoco e in Siria la cacciata di al-Assad aprono a scenari instabili e temporanei. Etiopia e Tigray: Nonostante l’accordo per il cessate il fuoco del 2022, la regione del Tigray rimane instabile, e c’è il timore che nuove ostilità possano scoppiare, specie se il governo centrale cercherà uno sbocco sul Mar Rosso, coinvolgendo potenzialmente l’Eritrea. Azerbaigian e Armenia: Dopo il conflitto del 2020 per il Nagorno-Karabakh, la situazione resta critica.

Nel 2023 l’Azerbaigian ha consolidato il controllo sull’enclave

costringendo migliaia di armeni a fuggire, ma le tensioni etniche e territoriali non si sono attenuate nel 2024. Russia e Ucraina: La guerra tra Mosca e Kiev è il più grande conflitto in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale. Con il calo del sostegno occidentale, il rischio di un’escalation è alto, mentre la Russia continua a consolidare alleanze con paesi come la Corea del Nord e l’Iran. Sudan: conflitto, iniziato nella capitale Khartoum, si è rapidamente diffuso in tutto il paese. Le rivalità interne, alimentate da interessi economici internazionali, hanno prodotto una catastrofe umanitaria, con milioni di sfollati e civili uccisi.

Palestina e Israele ove la guerra nella Striscia di Gaza ha raggiunto livelli drammatici

Bombardamenti indiscriminati e migliaia di civili uccisi. Il rischio che questa crisi si estenda a tutto il Medio Oriente è sempre più concreto, con attori regionali come Iran e Yemen già coinvolti indirettamente. Abbiamo ricordato la cinquantottesima giornata Mondiale della PACE impotenti, ma fortemente indignati davanti a queste barbarie, davanti ai tanti morti, mutilati, alle tante distruzioni, davanti a tanto orrore, davanti a queste crisi figlie dell’immobilismo della politica globale delle grandi potenze, dei tantissimi venditori di morte, che continuano a privilegiare interessi economici e geopolitici piuttosto che impegnarsi nella risoluzione dei conflitti.

Anche nelle crisi in cui non sono direttamente coinvolte

le grandi potenze si concentrano sulla diplomazia, rapporti con gli stati in guerra e interessi economici, piuttosto che impegnarsi a trovare soluzioni di pace. Abbiamo ricordato il primo gennaio 2025 la Giornata Mondiale della Pace tra La pace nel 2025 appare quindi un obiettivo difficile da raggiungere senza un cambiamento significativo nell’approccio delle potenze internazionali. Se la comunità globale continuerà a ignorare le cause profonde dei conflitti, il rischio di nuove escalation e di tragedie umanitarie rimarrà altissimo. L’unico percorso possibile passa attraverso una maggiore cooperazione internazionale e il superamento degli interessi di breve termine in favore di una visione globale di stabilità e sicurezza.

il cittadino scrive il suo articolo che riceviamo e pubblichiamo


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