UN SOGNO MEDITERRANEO: il libro della Perugina Roberta CAPODICASA il romanzo fresco della giovinezza

il blog è felice di presentare a tutti gli amici che mi seguono UN SOGNO MEDITERRANEO il libro della Perugina Roberta CAPODICASA il romanzo fresco della giovinezza

Il sapore prorompente di questo romanzo è quello fresco della giovinezza eterna del sentimento d’amore .La storia che viene narrata è tipica di un avventura estiva che, però per la profondità e l’entusiasmo con cui è vissuta, sembra improvvisamente saper fare un salto quantico nei sentieri tipici di un Amore vero e proprio.

Splendida la scenografia dell’ Umbria estiva

Splendida la scenografia dell’ Umbria estiva  e della costiera amalfitana che ospitano nei loro angoli  più suggestivi i protagonisti. Nel viaggio sia reale che spirituale i due giovani sembrano viaggiare sempre sotto lo sguardo di una luna piena che li accompagna fedele in ogni spostamento. Il mare, tanto desiderato e finalmente raggiunto, sembra poi accoglierli con avvolgente dolcezza.

Una attenzione particolare viene data alla descrizione di un palazzo rinascimentale umbro, Palazzo Cesi, nella regione di Acquasparta

Una attenzione particolare viene data alla descrizione di un palazzo rinascimentale umbro, Palazzo Cesi, nella regione di Acquasparta. Proprio a metà del romanzo il palazzo  trascina gli amanti in un mondo fiabesco  e permette a questo amore, a metà tra desiderio e follia, di caratterizzarsi come unico nel suo genere.

Quale appassionata di jazz

Quale appassionata di jazz, l’ autrice non ha mancato di proporre un sottofondo di questa musica, quale colonna sonora vera e propria  di tutta l’opera. Le problematiche, infine, proprie di una persona malata di sclerosi multipla  vengono illustrate nel racconto in modo attento  ma allo stesso tempo leggero. Le difficoltà sono appena  accennate grazie alla conoscenza che la  scrittrice ha in materia, soffrendone in prima persona.

L’ autrice non ha voluto

 L’autrice non ha voluto, però, proporre un‘ autobiografia ma ha colto l’invito offertole da un’affermazione di Galimberti, ascoltata, forse, per caso secondo cui “ l’amore è  sempre creativo”. La potenza di tale dichiarazione è stata  tanto grande da averla quasi costretta a mettere mano a questo libello, non potendo lasciar passare inosservata la sua singolare esperienza umana che le pareva, e le pare, degna dell’attenzione dei volenterosi e curiosi elettori.

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