Donne uccise: Il silenzio delle donne dello stato e associazione femministe

Donne uccise: Il silenzio delle donne dello stato e associazione femministe

Donne uccise: Il silenzio delle donne dello stato e associazione femministe

Agosto 2021 Donne uccise, nel silenzio totale delle donne, dello stato, delle associazioni femministe

Il cittadino scrive il suo articolo

 articolo di Salvo Neri

Un mese di morte per alcune donne vittime della brutalità mostruosa di piccoli uomini ai quali uno stato assente, uno stato contro le donne permette loro questa strage. Donne uccise, nel silenzio totale delle donne, dello stato, delle associazioni femministe. Di tutti! Povere Donne! I “femminicidi” ormai una piaga sociale.  

Uno dei temi più d’attualità e sensibili degli ultimi anni è purtroppo il femminicidio, un fenomeno che assume le forme di una vera piaga sociale, triste neologismo dei nostri tempi. Oltre cento donne solo in Italia ogni anno vengono uccise da uomini. Quasi sempre quelli che sostengono di amarle e ai femminicidi si aggiungono le violenze quotidiane. Sono infatti migliaia le donne molestate, perseguitate, aggredite, picchiate, sfregiate; quasi 7 milioni, secondo i dati Istat, quelle che nel corso della propria vita hanno subito una violenza atroce, brutale dei quali tantissime dentro i muri di casa, in famiglia. 

Atroce violenza domestica  

Che vergognosamente consiste in una serie continua di azioni diverse ma caratterizzate da uno scopo comune: il dominio e controllo da parte di un partner sull’altro, attraverso violenze psicologiche, fisiche, economiche, sessuali. La nostra società purtroppo, nonostante l’emancipazione femminile e l’istituzione di una “Giornata Internazionale” per l’eliminazione della violenza contro le donne, rimane spesso ancorata a una cultura maschilista. Spesso poi le donne si trovano in posizione economica, fisica e psicologica subordinata all’uomo e non hanno i mezzi o la capacità di reagire.  

Violenza, comunque, sono tutte quelle azioni che si compiono contro la volontà di una donna e l’intervento della polizia, dei magistrati, la certezza della pena sono fondamentali nella lotta a tale prevaricazione, ma non sufficienti se il problema non è percepito come tale nel tessuto sociale.  

La questione e prima di tutto culturale

E va affrontata partendo dalle scuole e dai giovani, insegnando loro “un’educazione ai sentimenti e all’empatia sin dai primi anni di scuola e di socializzazione”, per combattere contro i modelli sessisti e gli stereotipi che vogliono l’uomo cacciatore e la donna preda. Il silenzio è ovviamente la forma peggiore  di accettazione. La violenza sulle donne è un dramma di non facile risoluzione. Questo non vuol dire che non si possa far nulla per cambiare la realtà. 

Basta partire dall’assunto che non esistono differenze tra gli uomini e le donne che andrebbero trattate esattamente allo stesso modo, che abbiamo tutti gli stessi diritti e la stessa dignità e che, se una sera una donna ha voglia di indossare una gonna corta. nessuno autorizza a pensare male di lei e, di conseguenza, a decidere come usurpare il suo corpo, che siano parole o terribili gesti. 

Le scarpe rosse sono diventate simbolo della lotta contro il femminicidio , diventate a livello mondiale un messaggio contro la violenza e i femminicidi, al pari della campagna #postooccupato per ricordare coloro che, uccise brutalmente, non possono più occupare un loro posto nella società. Salvo Neri

 

 

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