Artigianato al collasso! Botteghe artigiane alla chiusura

Artigianato al collasso! Botteghe artigiane alla chiusura

Artigianato al collasso! Botteghe artigiane alla chiusura

Artigianato al collasso! Botteghe artigiane alla chiusura

di Salvo Neri

Negli ultimi quindici anni, hanno chiuso i battenti oltre170 mila piccole attività artigianali, e si sta modificando anche la composizione anagrafica degli addetti in questo settore. Gli artigiani over 70 aumentano del 47 per cento, quelli under 30 crollano del 42 per cento. Negli ultimi 40 anni c’è stata una svalutazione culturale spaventosa anni durante i quali, l’artigianato è stato dipinto come un mondo residuale, destinato al declino. Vetrai, Falegnami, Restauratore, Tappezziere, Liutai, Corniciaio Calzolaio attività, che erano sempre localizzate nei centri storici, sono i mestieri artigianali che stanno scomparendo sempre più velocemente impoverendo le città.

Un patrimonio artistico culturale che non va perduto

Un pezzo pregiato come le botteghe artigiane, sono state “”cancellate”” per essere sostituite dai soliti marchi della moda, e dai soliti Wine bar a tutto tondo, stravolgendo luoghi urbani. Un patrimonio artistico culturale per il quale è urgente se non vogliamo totalmente perderlo, farlo tornare a vivere, facendo in modo, anche grazie alla tecnologia, che in questi luoghi possano trovare lo spazio giusto, a prezzi accessibili rispetto agli affitti nei centri delle grandi città, le botteghe degli artigiani made in Italy. Nonostante la crisi e i problemi generali, non sono pochi gli imprenditori di questo settore che segnalano la difficoltà a trovare personale disposto ad avvicinarsi a questo mondo. Soprattutto al Nord, si fatica a reperire nel mercato del lavoro giovani disposti a fare gli autisti di mezzi pesanti, i conduttori di macchine a controllo numerico, i tornitori, i fresatori, i verniciatori e i batti lamiera.

Senza contare che nel mondo dell’edilizia è sempre più difficile

Reperire carpentieri, posatori e lattonieri, muratori, ferraioli e piastrellisti. Un settore produttivo importante e necessario che, per riguadagnare il ruolo che gli compete, ha bisogno di robusti investimenti nell’orientamento scolastico e nell’alternanza tra la scuola e il lavoro, rimettendo al centro del progetto formativo gli istituti professionali che in passato sono stati determinanti nel favorire lo sviluppo economico del paese, percepiti dall’opinione pubblica nell’Italia contemporanea come scuole di serie B. Per alcuni, infatti, rappresentano una soluzione per parcheggiare per qualche anno quei ragazzi che non hanno una grande predisposizione allo studio.

Calo dei consumi le tasse la mancanza di credito e l’impennata degli affitti

Per altri costituiscono l’ultima chance per consentire a quegli alunni che provengono da insuccessi scolastici, maturati nei licei o nelle scuole tecniche, di conseguire un diploma di scuola media superiore. Un patrimonio artistico quello artigianale in evidente crisi che facilita le chiusure di botteghe sempre più tartassate nonostante il calo dei consumi, le tasse, la mancanza di credito e l’impennata degli affitti, principali cause che hanno costretto molti artigiani a cessare l’attività.

Non vogliamo assistere silenziosi alla scomparsa di un intero mondo

Un settore importante che chiede ad alta voce ai governi e alla politica negli ultimi anni senza risposte, di rilanciare il settore è necessario, abbassando le imposte, alleggerendo il peso della burocrazia e rivalutare il lavoro manuale, anche perché il lavoro c’è ma manca il personale. Aiutare e sostenere gli artigiani, è un dovere dello Stato se non si vuole sprecare questo patrimonio di persone, ma anche di storia dell’arte e di attività artigianali, se non vogliamo assistere silenziosi alla scomparsa di un intero mondo.

A tal proposito, da queste pagine ci permettiamo rivolgerci al Ministero dello Sviluppo Economico, organo governativo che si occupa di coordinare le politiche per lo sviluppo dell’artigianato e delle piccole e medie imprese e alle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura (CCIAA) le principali istituzioni che rappresentano gli interessi dell’artigianato italiano, per sottoporre alla loro cortese attenzione quattro cose, possibili e concrete, da fare:

  • La prima: investire sulla formazione, sui corsi e sugli studi che rendono possibile la continuità degli artigiani dell’arte.
  • La seconda: sostenerli con tutte le agevolazioni fiscali possibili, dall’Iva alle tasse.
  • La terza; incentivare l’intera filiera dell’arte, dai musei agli artisti, dalle fondazioni ai curatori, all’uso degli artigiani che rischiamo di perdere.
  • La quarta: meno burocrazia che uccide.

Che Dio salvi l’artigiano e l’artigianato visto che la politica del nulla li vuole cancellare! Salvo Neri

 “il cittadino scrive il suo articolo che riceviamo e pubblichiamo” 

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