Questo impegna l’amministrazione a far sì che la Città di Perugia sia promotrice di attività di formazione culturale e tecnica per il personale delle Istituzioni scolastiche, per le famiglie e per i ragazzi, in raccordo con le associazioni che si occupano dei temi del bullismo e della mediazione tra pari con il coinvolgimento dell’Ufficio Scolastico Regionale e dei Consigli di istituto, con l’intento di fornire strumenti socio-culturali atti a prevenire e cogliere già al loro primo manifestarsi i segnali di atti di bullismo e di cyberbullismo al fine della loro prevenzione, nonché di attività di informazione e di sensibilizzazione finalizzate a promuovere la giustizia minorile riparativa, con il coinvolgimento dell’intera comunità.
Chiede, inoltre
di promuovere un tavolo di lavoro, aperto ad associazioni ed esperti, con la finalità di esaminare le possibili azioni in materia di ascolto e sostegno dei ragazzi/e, e agli adulti referenti, con il compito di monitorare l’esperienza svolta e valutare i risultati raggiunti; infine, a comunicare attraverso il proprio Informagiovani e il sito internet istituzionale le iniziative in materia di prevenzione del bullismo nel territorio.
La consigliera di BLU, a sostegno della richiesta, ha riportato i risultati di indagini Istat e Censis che dimostrano un aumento del fenomeno. “Ho voluto presentare questo atto -ha precisato- al fine di creare un’ulteriore occasione per porre attenzione a questo fenomeno.
In Italia, infatti
ha spiegato la nostra consigliera Francesca Renda- un ragazzo su due è vittima di episodi di bullismo. L’età a rischio è quella compresa fra 11 e 17 anni, anche se il periodo più critico è fra 11 e 13: all’inizio parolacce e insulti, seguiti dalla derisione per l’aspetto fisico e poi, in 4 casi su cento, si arriva a botte, calci e pugni. È quanto emerge da uno studio dell’Istat, che fotografa la situazione dell’anno 2014.
Poco più del 50%
dei ragazzi ha subito qualche episodio offensivo, non rispettoso o violento. Nel 9,1% dei casi gli atti di prepotenza si sono ripetuti ogni settimana; a subire costantemente comportamenti offensivi, non rispettosi o violenti sono stati nel 22,5% dei casi i ragazzini fra 11 e 13 anni e nel 17,9% dei casi gli adolescenti fra 14 e 17 anni. Dai dati sul cyberbullissimo emerge, inoltre, che su 354 denunce di minori trattate nel 2017 dalla Polizia Postale, 59 riguardano la diffusione di materiale pedopornografico e 116 sono i casi di ingiurie, molestie e minacce.”
Le scuole
secondo Renda, sono il luogo nel quale agire proprio perché anche quello in cui più spesso accadono gli episodi di bullismo, e nel quale non sempre insegnanti e presidi hanno gli strumenti idonei per intervenire.
tra le proposte suggerite
Per questo, tra le proposte suggerite dalla consigliera, vi è l’approccio sempre più spesso utilizzato in Europa della mediazione tra pari, ovvero tra i giovani stessi, quale elemento necessario per la riuscita dell’azione di contrasto al fenomeno.
Giuseppe Castelli