Leoluca di Corleone all’epoca dell’invasione saracena della Sicilia

Leoluca di Corleone all'epoca dell'invasione saracena della Sicilia
Leoluca di Corleone all'epoca dell'invasione saracena della Sicilia
Bandiera Siciliana

di Giuseppe Castelli 


Leoluca di Corleone all’epoca dell’invasione saracena della Sicilia

San Leoluca, noto anche come Leone Luca, Leo Luca, Leolucas o Luca di Sicilia, fu un monaco basiliano ed abate; nonché un taumaturgo e uno dei fondatori del monachesimo Italo-Greco nell’Italia meridionale. È venerato come santo nella Chiesa cattolica e nella Chiesa ortodossa. Nato a Corleone e morì centenario dopo circa 80 anni di vita monastica a Monteleone Calabro, l’odierna Vibo Valentia.

Patrono di entrambe le città e la sua festa è celebrata a marzo

Leoluca nacque nell’anno 815 a Corleone, in provincia di Palermo, e diocesi di Monreale, all’epoca dell’invasione saracena della Sicilia. I suoi genitori Leone e Teofiste erano benestanti e religiosi. Vivevano felici anche se desideravano tanto la nascita di un erede. Dopo anni di preghiera il figlio tanto atteso arrivò. Lo chiamarono Leone come il padre. I genitori fecero in modo che quel figlio fosse veramente un degno figlio di Dio facendolo crescere in un’atmosfera intensa di religione. D’indole docile, sotto la guida dei genitori Leone cresceva forte e virtuoso. Completati i primi studi, mostrando singolare intelligenza e attitudine, s’era dedicato a pascolare gli armenti paterni. Nelle campagne passava il giorno in continua meditazione sulle meraviglie del creato e la grandezza del creatore.

A vent’anni, l’uno dopo l’altro, Leone perdeva i genitori e sempre più la grazia divina plasmava la sua anima per la santità

Così lasciati i suoi averi ai poveri si rinchiuse nel monastero basiliano di Agira. I Basiliani erano dei religiosi che si ispiravano nella loro vita monastica alla regola di san Basilio Magno. L’abate del monastero di Agira accolse con affabilità paterna il giovane Leone e dopo un breve periodo di prova gli tosò la chioma, lo vesti dell’abito monacale. Non si sa per quanto tempo Leoluca dimorò nel monastero di Agira, ma si sa che le scorribande dei Saraceni andarono sempre più aumentando in intensità e ferocia fino alla completa conquista dell’isola nell’878. In questi frangenti di terrore il giovane Leoluca fu spinto ad abbandonare Agira.

Andato a Roma per un breve pellegrinaggio presso le reliquie dei santi apostoli Pietro e Paolo, andò in Calabria

In Calabria divenne discepolo dell’egumeno Cristoforo che lo rivestì dell’abito monastico e gli cambiò il nome in Luca. Egli visse nel monastero presso il monte Mula (Monte La Mula), una delle montagne più alte dei monti di Orsomarso (1935 m) vicino Cassano. Visse lì per sei anni dimostrandosi un monaco che eccelleva in virtù e obbedienza. Era abate del monastero il monaco Cristoforo che accolse affettuosamente con gli altri fratelli il nuovo venuto Leoluca. Con l’abate Cristoforo si trasferì nel territorio montuoso detto Mercurion, probabilmente a Mormanno, dove venne costruito un nuovo monastero. L’area del Pollino infatti era al tempo un importante centro di spiritualità e religiosità tanto da essere riportato in diverse Vitae come la “nuova Tebaide”.

Qui visse per altri sette anni

Da qui si trasferì presso Vena Inferiore, dove avevano fondato un monastero insieme all’abate Cristoforo. Quest’ultimo non molto tempo dopo morì lasciando la gestione del monastero a Leoluca che pertanto divenne il nuovo egumeno del monastero. Qui esplicò una funzione taumaturgica polivalente (guarì un lebbroso, dei paralitici e indemoniati). In punto di morte scelse come suoi successori Teodoro ed Eutimio, suoi discepoli. Leoluca si spense il 1º marzo del 915 (per alcuni 917) all’età di cento anni dopo una forte febbre.

Si narra che visse gli ultimi giorni della sua vita in meditazione, digiuni e rapimenti estatici. La notizia della morte rapidamente si diffuse e una gran folla raggiunse il monastero.

(fonte wikipedia)


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