Una vita in divisa: Salvare un bambino o continuare un pedinamento?

Una vita in divisa: Salvare un bambino o continuare un pedinamento?

Una scelta difficile

Una vita in divisa: Salvare un bambino o continuare un pedinamento?

Una vita in divisa: salvare un bambino o continuare un pedinamento? Questo episodio lo ripropongo in quanto mi ha lasciato un ricordo, che difficilmente si può dimenticare.

Una vita in divisa: tra fantasia e realtà di Gianni Gallo 

Lo racconto soprattutto perché oggi, c’è una percezione non piacevole verso le forze dell’ordine. Il lavoro da sbirro insegna a essere diversi, dinamici, concentrati e costantemente costretti a combattere un mostro che si chiama criminalità. 

Purtroppo si deve essere anche in grado in alcuni momenti per raggiungere il traguardo avere un distaccamento sociale. Ma siamo italiani, per fortuna abbiamo quel sentimento che si chiama solidarietà. Dopo tanto, finalmente abbiamo un indizio, decidiamo di pedinare un sospettato che ci avrebbe portato fino al ricercato.  

Eravamo fermi nel traffico, quando si sente un’autovettura che suonava il clacson all’impazzata cercando di farsi largo, eccola è a fianco a noi, guardiamo all’interno si poteva notare un uomo alla guida e una donna con un piccolo bambino tra le braccia.  

Luigi abbassò il finestrino e chiese cosa stesse succedendo, l’uomo disperatamente disse che doveva arrivare al Bambin Gesù, il loro bambino stava male e respirava a malapena. In quel momento si doveva scegliere, se perdere l’unica pista per acciuffare il ricercato o soccorrere il bambino. 

  • Ci guardiamo, si è vero, avremmo perso questa pista importante, sicuramente diventò una SCELTA DIFFICILE. 

Ci guardiamo, e, ma sti cazzi, senza indugio mettiamo il lampeggiante e facciamo segno di seguirci. Avvisammo la sala operativa che avremmo azionato la sirena per soccorrere il bambino. Il tragitto era lungo si faceva difficoltà in quanto il papà del piccolo non era in grado di starci dietro, decidemmo che uno di noi doveva prendere il posto dell’uomo. 

NONOSTANTE TUTTO, IL TEMPO SCORREVA, IL TRAFFICO CI IMPEDIVA DI AVERE UNA GUIDA FLUIDA. DOBBIAMO VELOCIZZARE, COSA FARE? 

Decidiamo di fare ciò che non si dovrebbe, trasferire la donna con il bambino nella nostra autovettura, riprendiamo il viaggio ora siamo più veloci, ma non basta il bambino peggiora, ci vuole un miracolo. 

Ma ecco il miracolo, qualcosa di imprevisto accade, ci affiancò una volante e fece da staffetta, da quel momento non eravamo più soli altre volanti bloccavano il traffico. In poco tempo eravamo giunti all’ospedale, lo staff medico era pronto ad accogliere il piccolo.  

Guardiamo il bambino entrare e senza dire niente andiamo via, eravamo in silenzio consapevoli di aver perso la possibilità di portare a termine la nostra indagine, ma, contenti e orgogliosi della nostra decisione. 

LA SORPRESA NON FINISCE QUI, LA SALA OPERATIVA CHIESE IL SILENZIO RADIO 

Il questore di Roma interviene di persona per congratularsi con noi e tutti i colleghi delle volanti per aver portato a termine un buon lavoro salvando una vita umana. Naturalmente non ci furono articoli sui giornali o premi.  

Ps: Il ricercato fu preso dopo altri mesi di lavoro, fanculo. Ma questa è un’altra storia. Una vita in divisa: salvare un bambino o continuare un pedinamento?

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