Il terremoto che rase al suolo Messina e distrusse parte di Reggio Calabria
di Francesco CAMPOPIANO – L’Italia del giorno dopo
- Ormai sono passati tantissimi anni, ma questo evento rimane tutt’oggi nei ricordi della gente
C’è qualche coglione che ancora lo usa come sfottò contro i meridionali, ma forse non si ricorda che morirono oltre 100.000 persone.
La strumentazione era all’avanguardia per l’epoca
ma nonostante ciò, non permise di capire ne il grado ne il punto esatto fino a molti minuti dopo l’avvenimento; Comunque si parla del 10° della scala Mercalli, cioè del 7.3 della scala Richter . I danni non furono causati solo dal terremoto, ma anche dal maremoto che scaturì subito dopo.
- Una delle curiosità più particolari è che le notizie non furono inviate subito per tre motivi
il primo perché la gente cercava rifugio dove poteva e non pensò a lanciare la richiesta di aiuto, il secondo motivo è perché molte linee erano andate distrutte, ma il motivo forse più particolare è quello che i telegrafi impazzirono proprio a causa del Terremoto.
Iniziarono da soli a ticchettare senza dare reali notizie, ma solo parole o lettere senza senso, incomprensibili per chiunque. C’è una poesia di Salvatore Quasimodo dedicata al padre, scritta proprio nei giorni che lui visse a Messina subito dopo il terremoto che dice cosi:
Dove sull’acque viola era Messina
tra fili spezzati e macerie tu vai lungo binari e scambi col tuo berretto di gallo isolano. Il terremoto ribolle da due giorni, è dicembre d’uragani e mare avvelenato.»