Ansia e depressione: In Italia aumentano le patologie mentali

Ansia e depressione: In Italia aumentano le patologie mentali

il cittadino scrive il suo articolo che riceviamo e pubblichiamo

Ansia e depressione: In Italia aumentano le patologie mentali

Di Salvo Neri: Riflessione amare scovate e vagliate tra alcuni vecchi libri di mia figlia oggi psicologa forense, altri estrapolate da articoli di giornali e riviste mediche e paramediche, da brevi dichiarazioni di “baroni” della psichiatria, da riviste sindacali mediche e per infermieri professionali ai quali mia sorella infermiera professionale oggi in pensione era abbonata. In sintesi, una ricerca certosina che s vuoi, se la ritieni utile potrai pubblicare quando vuoi senza problemi.

In particolare i sintomi depressivi sono quintuplicati

È quanto si verifica nella quotidianità con un picco di diagnosi che riguardano prevalentemente ansia e depressione: in particolare i sintomi depressivi sono quintuplicati, oggi si ritiene che colpiscano una persona su tre. A farne le spese sono soprattutto i giovani, le donne, gli anziani e le persone delle fasce più povere e disagiate, come spesso succede nelle fasi difficili come quella che stiamo attraversando, tra le conseguenze dello choc pandemico, l’incertezza e la paura generate dalle guerre, l’aumento del disagio economico e sociale, in una società sempre più competitiva e ipertecnologica che richiede un grande sforzo di adattamento e che fa crescere il livello dello stress.

Ma a fronte di necessità che aumentano gli strumenti a nostra disposizione diminuiscono

Da quando l’Italia 46 anni fa dispose la chiusura dei manicomi con la legge 180 del 1978, che aveva rivoluzionato il metodo di cura dei pazienti restituendo loro dignità e diritti, sottraendoli alla marginalizzazione e all’isolamento, facendo della psichiatria italiana un punto di riferimento nel mondo, anche grazie a una rete capillare di servizi territoriali. Ora non è più così: il servizio rischia di essere travolto dalla grave carenza di risorse economiche e umane nella quale annaspa da tempo la sanità pubblica. E il fatto è che il pericolo si palesa in un contesto di assoluta emergenza.

Negli ultimi tre anni i disturbi mentali sono aumentati del 28%

Un vero allarme a livello globale, con la triste consapevolezza di un imminente sorpasso: la prevalenza delle patologie psichiatriche sta per superare quella delle malattie cardiovascolari. Risale all’inizio del Duemila l’accordo tra Stato e Regioni che stabiliva di portare al 5% del fondo sanitario la spesa da destinare alla salute mentale. Quell’accordo non solo non è mai stato applicato, la quota, al contrario, è costantemente diminuita, fermandosi a poco più della metà e allontanandoci sempre di più dall’obiettivo del 10% fissato dall’Unione Europea. Sono ampiamente disattese anche le più recenti intese Stato-Regioni, come quella che nel 2023 ha stabilito che il numero degli psichiatri deve essere pari a 1 per 10mila abitanti sopra i 18 anni. Il fabbisogno sarebbe di 5mila specialisti ma oggi ne sono in servizio 3.636: sul territorio nazionale ne mancano ben 1.364. Carenza gravissima per una disciplina dove è fondamentale l’interazione tra paziente e medico. Quanto ai posti letto nei servizi psichiatrici di diagnosi e cura, che per il 90% sono i reparti ospedalieri, ne servirebbero 1.241 in più.

La mancanza di specialisti ha radici lontane

Negli ultimi vent’anni le scuole di specializzazione, per errori di programmazione di Regioni, ministero della Salute e atenei, hanno formato un numero di psichiatri insufficiente a coprire la domanda. Ora si tenta di correre ai ripari. Ma nel frattempo a causa dell’aumento del disagio professionale nella sanità pubblica il servizio nazionale è diventato sempre meno appetibile. Con una forte perdita di competitività rispetto alle strutture private, tanto che spesso ai concorsi non si presentano candidati”. Un malessere cresciuto in modo esponenziale dopo la morte a Pisa, nell’aprile dello scorso anno, della psichiatra Barbara Capovani, uccisa da un suo paziente. Mentre a L’Aquila, proprio pochi giorni fa, un’altra psichiatra ha riportato la frattura del femore dopo essere stata aggredita da un tossicodipendente.

Dopo numerose pressioni il ministero della Salute ha attivato un tavolo tecnico

Solo da poco tempo, dopo numerose pressioni, il ministero della Salute ha attivato un tavolo tecnico per la riorganizzazione del servizio di fronte all’incremento esponenziale dei disturbi della sfera mentale. Ma per ora nemmeno il decreto Calabria, che consente il reclutamento degli specializzandi, riesce a tamponare le falle. Un quadro drammatico nel quale si inserisce quello ancora più tragico della neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (per bambini e ragazzi fino ai 18 anni). Vale a dire la disciplina meno presidiata – dispone in tutta Italia di solo 400 posti letto e ne occorrerebbero almeno il doppio – nonostante “il 10% dei bimbi e il 16,7% degli adolescenti soffra di un disturbo mentale mentre i disturbi del comportamento alimentare, deficit di attenzione, ansia, depressione, disturbi dell’umore o dello spettro autistico, sono in deciso incremento.

Gli atti di autolesionismo e le ideazioni suicidarie sono cresciute del 40%

Nonostante ciò, in alcune regioni, non c’è nemmeno un posto letto di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. Le cause dell’impennata tra i minori sono quasi sempre le stesse. Le malattie mentali, che due volte su tre si sviluppano nell’età evolutiva, aumentano in concomitanza con crisi economiche e sociali o guerre, ma c’è anche altro, come l’abuso di sostanze stupefacenti in età precoce. La diffusione capillare dei dispositivi tecnologici ha permesso allo smartphone di insinuarsi gradualmente nelle nostre abitudini: siamo talmente appassionati della nostra vita digitale che spesso questa tende a sovrapporsi a quella reale.

Merito dell’importanza sempre maggiore che attribuiamo allo smartphone
un potente strumento che sa essere meraviglioso e terribile, il cui utilizzo crea uno stato di coinvolgimento tale da dover essere controllato. Ci sono studi che confermano il pericolo dello sviluppo di disturbi mentali nei bambini che già in tenera età giocano a lungo con gli smartphone. Difronte ad una realtà vergognosa che ci prospetta “”la salute mentale”” è stato fondato in Italia nel 1979 il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU)Un’Organizzazione di Volontariato (ODV) a vigilanza e difesa dei Diritti Umani nel campo della Salute Mentale, diventata ONLUS nel 2004 e ODV nel novembre 2023.
Le funzioni del CCDU sono unicamente quelle di fungere da organo di controllo

scoprendo e denunciando pubblicamente le violazioni psichiatriche dei Diritti Umani nel campo della Salute Mentale. Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) è un’organizzazione indipendente ed è collegato ideologicamente al CCHR (Citizen Commission on Human Rights), che ha sede a Los Angeles. Il CCHR International è stato fondato nel 1969 dalla Chiesa di Scientology e dal professor Thomas Szasz, professore emerito di psichiatria all’Università di Syracuse, Stato di New York e autore di fama internazionale.

A quel tempo le vittime della psichiatria erano una minoranza dimenticata segregate in condizioni terribili nei manicomi sparsi nel mondo
In seguito a ciò, il CCHR elaborò una Dichiarazione dei Diritti Umani sulla Salute Mentale che è diventata la linea guida per le riforme nel campo della salute mentale. Riconosciuto da uno Speciale Rapporto della Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani come fautore di molte grandi riforme che tutelano le persone dagli abusi psichiatrici, il CCHR ha documentato migliaia di casi, i quali dimostrano che i farmaci psichiatrici e le brutali pratiche psichiatriche creano insanita e causano violenza.
Il CCDU ha raccolto in Italia nel corso degli anni centinaia di denunce e tutelato i diritti di moltissimi cittadini vittime di abusi nel settore della salute mentale

Tra le molte campagne condotte, ricordiamo quella sul consenso informato in relazione all’elettroshock, la serie d’ispezioni a sorpresa, effettuate nei residui manicomiali italiani nei primi anni ’90 (che portarono alla loro chiusura), attività d’informazione e sensibilizzazione sui temi dell’uso di psicofarmaci sui minori, sugli anziani e sul trattamento sanitario obbligatorio.

IMMAGINE: Di Armand Gautier – Cushing/Whitney Medical Library  : Library : Info : Image, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12201396


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