La regione Lombardia tutela la disabile, il sindaco pd la massacra!

La regione Lombardia tutela la disabile, il sindaco pd la massacra!

La regione Lombardia tutela la disabile, il sindaco pd la massacra!

 “Il cittadino scrive il suo articolo”  

Di Gennaro NABLO, Ispettore Capo della Polizia di Stato in congedo.

Melegnano: Sembra che l’Architetto Rodolfo Bertoli, Sindaco del Partito Democratico della ridente cittadina, sia indagato per gravi abusi, tra i quali un tentativo di far dichiarare una giovane Sudamericana di origine italiana, (da parte di madre Signora Delfina Falcone), oltre che disabile fisica, anche, incapace di agire psicologicamente.  In pratica aveva manovrato per annullarle la capacità giuridica di autodeterminarsi e renderla di fatto, a pieno titolo, un vegetale.  

Ovvero voleva completare l’opera della natura; da “incapace di compiere gli atti quotidiani della vita” (leggasi incapace di scacciare una fastidiosa mosca dal naso come scaricarsi autonomamente) a inerme “nullità”, nonostante varie cartelle cliniche la definivano: “Vigile, lucida, orientata nel tempo e nello spazio”. La vicenda che forse ha portato anche all’emissione di un avviso di garanzia nei confronti del primo cittadino ha avuto inizio l’anno scorso quando D.S., un Avvocato del Foro di Lodi, che probabilmente è indagata pure lei, per vendicarsi della disabile che aveva rifiutato di farsi amministrare (a pagamento) da lei, ha trovato nella dottoressa A.M., una svogliata Assistente Sociale del Comune di Melegnano, una disonesta e cinica alleata. Quest’ultima, probabilmente aveva suggerito all’Avvocato, di trovare il modo per far affidare al Sindaco di Melegnano la “tutelata”. 

Il disonesto progetto si basava sulla consapevolezza che il “suo capo” non aveva né tempo. Né voglia (e forse lo riteneva, anche, non capace) di provvedere all’inferma e pertanto, avrebbe finito per affidare sicuramente a lei la gestione della disabile che peraltro già assisteva per ragione del suo Ufficio.  

Cosa che poi avvenne puntualmente.  

All’Assistente Sociale (che aveva anche lei qualche “sassolino nella scarpa” per colpa della straniera e quindi ugualmente voleva rendere “pan per focaccia”), non era parso vero vendicare il suo amico Avvocato. Fu così che l’Assistente Sociale A.M., (asseritamente) d’intesa con il Sindaco, e con l’interessato parere del dottor M.B. ex Medico di Famiglia, che probabilmente è anche parente dell’Assistente Sociale, programmò l’abolizione di alcuni medicinali e importanti quanto costosi integratori (prescritti da medici specialisti) disponendo il “congelamento” dei fondi erogati sia dallo Stato che dalla Regione Lombardia dei quali “autorizzava” (con ipocrita magnanimità) il rilascio di poche decine di euro a settimana, categoricamente non sufficienti ad acquistare i prescritti medicinali che la mantenessero nel tempo, in vita, né gli alimenti congeniali al suo stato di salute. 

 Pertanto, con questa squallida mossa 

aveva disposto che la maggior parte delle risorse di sua spettanza, restassero inutilizzati sul conto corrente dell’interessata. Probabilmente su suggerimento della solita Assistente Sociale, non si sa come, (forse evidenziando la sua carica Istituzionale) il Sindaco si farà rilasciare, di nascosto della disabile, un libretto di assegni, da una impiegata (anche lei denunciata) dell’Ufficio Postale di Cerro a Lambro. Fin dalle prime battute, scenderà in campo a difesa dell’ammalata, (suo cognato) un Ispettore Capo della Polizia di Stato già in servizio alla Squadra Mobile di Milano.  

Il Poliziotto, pur essendo in congedo, noterà dei sospetti movimenti nell’emissione di alcuni assegni uno dei quali, di grosso importo. Ne chiederà conto al Sindaco. Che glisserà. Da alcune comparazioni cartacee, l’investigatore in parola si farà questa convinzione: Con lo squallido scopo di far dichiarare la disabile incapace (per la soddisfazione dell’Avvocato D.S. che probabilmente sognava ancora ad una fonte di guadagno e dell’Assistente Sociale A.M.) avevano organizzato una trappola.  Era stata convocata, all’insaputa della straniera, una dottoressa specializzata in psicologia cognitiva. Anche lo stesso specialista non sapeva che la visita veniva fatta senza il consenso dell’interessata. A questo punto è facile immaginare che nel caso di un riconoscimento di deficit cognitivo (fortemente sollecitato con pretesti vari), l’Avvocato sarebbe tornato in auge e l’assegno emesso sarebbe stato addebitato alla paziente stessa.  

Nella realtà storica qualcosa è andata male. Probabilmente la Neuropsicologa ha seguito il suo istinto ed ha prevalso la deontologia professionale e si è attenuta al giuramento di Ippocrate. E allora come giustificare l’uscita dell’assegno? Semplicemente chiedendo la chiusura del conto e depositando, su un altro rapporto frettolosamente aperto, presso una Banca di Melegnano, la stessa somma in contanti. L’impiegata dell’Ufficio Postale di Cerro al Lambro.

Probabilmente Minacciata a non comunicare a nessuno

nemmeno all’interessata, chi fosse il beneficiario dell’assegno. Si deve pertanto ritenere che l’esposizione sia stata compensata direttamente dal Sindaco. Più e più volte, il precedente primo cittadino del passato decennio aveva sollecitato il sindaco protempore ad incontrare il poliziotto per chiarire la sua posizione. Ma questi si era sempre sdegnosamente rifiutato. Talchè l’ispettore in questione non ha trovato altro mezzo che rivolgersi al Sig. Presidnete del tribunale do Lodi, Dr. Angelo Gin Tibaldi e al Procuratore Generale della stessa cittadina Laudense, Dr. Domenico Chiaro i quali, finalmente, hanno preso in esame la situazione ed hanno trasferito il procedimento penale ai colleghi della Procura di Brescia.

Intanto è stato 

Preso contatto con un altro ex componente della Squadra Mobile di Milano, attuale avvocato penalista del foro di Brescia. Questi, con rinnovato spirito d’orgoglio per essere stato un appartenente alla Polizia d’elite Meneghina, ha fatto sapere che non farà venire meno il suo sostegno professionale.

 

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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