GIARRE è una forma del Genio anzi è più alta del Genio perché non necessita di spiegazioni
di Salvo Neri
Giarre nella Città Metropolitana di Catania che si trova a metà strada tra Catania e Taormina
forma un importante polo urbano con la vicina Riposto, alla quale fu unita per alcuni anni, assumendo anche il nome di “Ionia “. La conurbazione tra i due centri, senza soluzione di continuità, si estende dal mare fino ai piedi del vulcano. La sua posizione è ventilata e panoramica e offre una bella vista della Valle del Bove, entro la quale si riversano la maggior parte delle colate laviche del versante orientale dell’Etna. Il territorio è stato sempre risparmiato dal vulcano in epoca storica, anche se la colata del 1928, che investì la vicina Mascali, giunse alle porte della frazione giarrese di Santa Maria la Strada.
Il territorio di Giarre si sviluppa tra una fertile piana costiera e le prime propaggini dell’Etna
A Giarre centro nel tempo sono stati trovati materiali fittili e monete greche e romane
All’ingresso nord della città si segnala la presenza del pozzo Ruggero I, risalente all’anno 1081, attiguo al santuario della Madonna della Strada. Altre tracce, inoltre, fanno pensare che potesse esserci nello stesso periodo un discreto nucleo abitativo. Nel corso dei secoli il centro cittadino ha subito più di uno stravolgimento. Il primo risale alla fine del Settecento, con la costruzione del tempio di Sant’Isidoro Agricola al posto dell’antica chiesa suffraganea. Il secondo, che portò all’abbattimento dell’antica torre in stile gotico a lato della chiesa di Sant’Agata e Sant’Isidoro. Il terzo, a partire dalla metà del XIX secolo, con la creazione dell’attuale piazza Duomo, che eliminò le case più antiche di Giarre. L’attuale Giarre è nata nel XVI secolo come borgata in seno alla Contea di Mascali. Il nome, di origine araba, significa “contenitori di terracotta”.
Grazie alle concessioni di terreni coltivabili crebbe e venne popolata soprattutto da acesi e messinesi
Di particolare rilevanza è il Duomo di San Isidoro Agricola in stile neoclassico con la facciata in pietra bianca di Comiso
All’interno vi sono colonne e capitelli, oltre alla statua del Santo Patrono e diverse tele. La Chiesa dell’Oratorio di San Filippo Neri è l’unico esempio di barocchetto siciliano della provincia di Catania. Al suo interno vi sono diversi dipinti di grande interesse. La Chiesa di Sant’Antonio alla Badia (o della Presentazione al Tempio) risale alla seconda metà dell’Ottocento. La Chiesa di Gesù lavoratore, nel quartiere Jungo custodisce un crocifisso del Settecento e un fonte battesimale in pietra lavica. Altre chiese interessanti sono la Chiesa del Carmine, il Santuario Santa Maria la Strada (fuori dal centro) e la Chiesa di Maria SS. delle Grazie.
Tra i monumenti da visitare ci sono:
Oltre 3.000 specie vegetali per un totale di 7.000 varietà di piante
È’ frutto di un progetto ambizioso, che colloca al centro del mediterraneo un centro di eccellenza del florovivaismo mondiale, nonché uno dei più importanti centri di raccolta del germoplasma. Si sviluppa per più di 5 ettari, con oltre 3.000 specie vegetali per un totale di 7.000 varietà di piante: cespugli, fiori, alberi, palme rare, piante medicinali e aromatiche che creano un vero e proprio archivio vivente di sperimentazione e formazione. La famiglia Faro ha dato vita a questo prezioso forziere naturalistico donando a Radicepura la sua collezione privata. Salvo Neri