Il castigo più drastico per un uomo? Non avere un lavoro

Il castigo più drastico per un uomo? Non avere un lavoro

Il castigo più drastico per un uomo? Non avere un lavoro


di Ivano Campanelli


il cittadino scrive il suo articolo che riceviamo e pubblichiamo

Perché nella realtà il lavoro è parte della vita dell’uomo

Penso che il castigo più drastico per un uomo che non è più un ragazzo che deve imparare ma che non è neanche ancora anziano che può riposare sia non avere un lavoro. Proprio perché nella realtà il lavoro è parte della vita dell’uomo “Lavoro, dal Latino labor, che significa pena, sforzo, fatica, sofferenza…fin dai tempi più antichi…”con fatica ricaverai il cibo tutti i giorni della tua vita, ti procurerai il pane con il sudore del tuo volto” Genesi 3.17-18″.

Le Sirene simboleggiano la conoscenza

Il senso etimologico del termine lavoro come “castigo ” per aver osato aspirare alla conoscenza non è presente solamente nella Bibbia, anche nell’Odissea con Ulisse che passa davanti alle Sirene, legato al palo della vela maestra della nave, con le orecchie tappate, ( le Sirene simboleggiano la conoscenza) mentre all’uomo spetta l abbrutimento dei remi, lo sforzo bestiale, il non sentire il senso del mondo perché costretti con le orecchie tappate a remare e passare oltre per arrivare sulla costa!

Ma anche per Marx “il lavoro e la conoscenza” sono due cose nettamente separate

La scienza è potenza produttiva indipendente dal lavoro, è la scienza che costringe il lavoro a entrare al servizio del capitale (Salario….o Lavoro salariato). Tuttavia, nel corso dei secoli, accade un cambiamento del significato labor, con Aristotele che colloca l opera propria dell’uomo che lo differenzia dagli animali, l’attività dell’uomo secondo ragione, l’attività razionale dell’anima secondo virtù, che significa rispondenza perfetta dei (mezzi al fine di) …e perché questo accada Aristotele dice “che il progresso tecnologico liberi l uomo dall’abbrutimento del lavoro, concedendo all’uomo la conoscenza e il beneficio”. Successivamente S. Benedetto scriverà orat e labora, dove la regola è che il lavoro è creazione e allo stesso tempo contemplazione, preghiera, atto alla crescita interiore e spirituale dell’uomo.

Di fatto il Regno della Libertà comincia dove finisce il lavoro per necessità estrema

Al dì là comincia lo sviluppo delle capacità Umane vero Regno di Libertà, e la condizione ultima a questo sviluppo è la (riduzione delle ore lavorative) nell’arco della giornata. Purtroppo, la nostra società consumistica, la globalizzazione ci impone il lavoro come un castigo e il nostro ordinamento giuridico e lo Stato inteso come organizzazione politica hanno fatto sì che il lavoro diventasse per noi tutto tranne Libertà. L’uomo che lavora è innocuo, nel lavoro consuma tutte le sue energie, sia positive ma soprattutto negative, non ha quindi tempo per sognare, progettare, riflettere. In pratica per lo stato e per la nostra società vale il principio che il lavoro è il migliore servizio di controllo e Polizia.

Mi piacerebbe guardare negli occhi chi fa tanti proclami i TV

Mi piacerebbe discorrere un po’ in questi ultimi tempi, tempi terribilmente bui e oscurantisti, con chi oggi ha ancora il coraggio di parlare di libertà, di lavoro, di impegno sociale, di crescita della Nazione, di Democrazia. Mi piacerebbe guardare negli occhi chi fa tanti proclami i TV e sotto il ricatto del lavoro forzato e indebito ci toglie ogni libertà, ogni forma di rassicurazione sociale, ogni sussidio alla povertà…la povertà per lorsignori è un potente strumento di controllo della massa.

Di fatto preferiranno sempre avere schiavi piuttosto che uomini liberi

” Un po’ come la messa in latino”…chi la capiva la messa in latino? Nessuno…il volgo non conosceva il latino e non doveva capire il vero significato della messa delle citazioni prese dai testi…ma doveva solamente obbedire al sacerdote che in ultima analisi si rivolgeva a loro ” ordinando e dispensando castighi”. Volendo fare una similitudine, oggi il mercato del lavoro non è sancito secondo legge e coperture sociali ma bensì sul principio del precariato e del minimo salariale… perché?

Ogni vessazione ogni ingiustizia pur di portare il pane a casa

Ma è semplice! Non esiste arma di controllo maggiore da esercitare su un popolo che quella della ” fame “…il lavoratore non sarà più colui che contribuisce alla crescita di un paese civile, bensì sarà uno schiavo che sotto il ricatto del licenziamento e la necessità sempre più impellente di un carovita divenuto insostenibile, accetterà ogni compromesso. Ogni vessazione, ogni ingiustizia pur di portare il pane a casa…

E come faceva il sacerdote nel Medioevo che cantava messa in latino
Oggi lorsignori al governo cantano in politichese di mirabolanti sforzi e riprese economiche, cantano in una lingua che al volgo risulta incomprensibile, perché cozza con la realtà del paese e delle condizioni sempre più gravi di milioni di famiglie…ecco quindi che si compie il ricatto!
Molti che conducono una esistenza lavorativa al pari dello schiavismo

Dall’alto dello scranno levano il dito in aria, giudicando la povertà una condizione riprovevole a tal punto da costringerli moralmente a eliminare non la povertà ma i poveri, togliendo loro ogni forma di sostentamento sociale, mortificandoli facendo sentirli isolati, isolati sia nei confronti dei pochi che conducono una esistenza lavorativa appena dignitosa, sia nei confronti dei molti che conducono una esistenza lavorativa al pari dello schiavismo.

Il politichese che loro recitano sono in pochi a comprenderlo…
Il politichese che loro recitano sono in pochi a comprenderlo… perché nei secoli si è persa l’istruzione, quindi risulta anche privo di grammatica e contenuto… va accettata così come viene predicata ( per fede ) …se avrete fede vedrete che vi riconoscerete in questo verbo, e vostra sarà la salvezza!….e nel frattempo che il volgo sputa sangue i predicatori di libertà e democrazia continueranno a poter usufruire di cure mediche a noi negate, del miglior cibo a noi sottratto, dei migliori posti dove riposare a noi non accessibili.
Mea culpa mea maxima culpa!

Loro continueranno per nostra grande ignoranza, ad ingrassare, ad aumentare i loro stipendi, agevolazioni e vitalizi, facendo sentire il popolo in perenne colpa e perpetua ammenda. Mea culpa mea maxima culpa!!


HOME PAGE

Immagini collegate: