Il Libro Bianco sulle priorità infrastrutturali della Sicilia

Il Libro Bianco sulle priorità infrastrutturali della Sicilia

Il Libro Bianco sulle priorità infrastrutturali della Sicilia

riceviamo e pubblichiamo

Il Libro Bianco sulle priorità infrastrutturali della Sicilia

di Salvo Neri: Quanto appresso dopo aver letto il LIBRO BIANCO DELLE PRIORITA’ in Sicilia: 

Il Libro Bianco sulle priorità infrastrutturali della Sicilia, redatto da Uniontrasporti e Unioncamere Sicilia. Infrastrutture in Sicilia: Anno Zero. Il Libro Bianco sulle priorità infrastrutturali ha rintracciato 45 interventi ritenuti necessari per migliorare e rilanciare tutto il sistema infrastrutturale regionale. 15 opere sono inseriti con Priorità uno, 10 con Priorità due, 20 con Priorità tre.

Nel Libro Bianco si considera urgente anche la realizzazione della Tangenziale di Agrigento per “favorire lo sviluppo economico del territorio”

Ha Priorità uno anche il collegamento ferroviario, inserito nel Pnrr, tra l’aeroporto di Trapani Birgi e la ferrovia Palermo-Trapani via Castelvetrano nel 2026. Prioritario è anche l’intervento sulla statale che collega Ragusa a Catania (Ss. 514 e la Ss. 194) perché “l’opera è ritenuta strategica per i distretti produttivi dell’aera ragusana, in particolare per l’agroalimentare, in quanto ad oggi si evidenzia la mancanza di una valida alternativa modale”. È fondamentale ridurre quanto prima questo gap infrastrutturale, per non limitare ulteriormente lo sviluppo economico della regione “già molto, ma molto precario. La Sicilia è la regione più grande d’Italia, ma anche il territorio con più difficoltà nelle infrastrutture.

Il Libro Bianco sulle priorità infrastrutturali della Sicilia redatto da Uniontrasporti e Unioncamere Sicilia

Quanti di voi hanno “”sfogliato” il libro bianco sulle priorità infrastrutturali della Sicilia? Quanti lo conoscono? Indica per strade, ferrovie, aeroporti, porti siciliani gap e performance insufficienti, ma anche opere da realizzare per non compromettere ancor di più la competitività economica delle imprese regionali. Libro Bianco, non è un “libro dei sogni” “Il Libro Bianco della Sicilia, presentato lo scorso anno al CCIAA di Messina è un documento che mette nero su bianco esigenze e priorità infrastrutturali evidenziate dagli imprenditori siciliani. Imprenditori che utilizzano quotidianamente la rete di trasporti siciliana per distribuire le merci e portarle nei mercati di riferimento.

Non vuole certo essere un “libro dei sogni

L’attività commerciale all’interno dell’Isola, ma anche l’export sono condizionate da reti stradali, ferroviarie e portuali spesso vecchie e quindi poco funzionali. Dei 14.700 km di rete stradale siciliana, solo il 5 per cento rientra nella categoria “autostrada” e il 27 per cento rientra nella cosiddetta rete di “rilevanza nazionale” (gestione Anas). La rete ferroviaria è elettrificata al 58 per cento e solo il 16 per cento dei 1.396 km tracciati nel territorio procede su doppio binario. In Sicilia non esistono autostrade a tre corsie. L’attuale sistema infrastrutturale della regione Sicilia “presenta un assetto con diversi ritardi nel confronto con altre regioni in italiane”.

Le infrastrutture stradali costituiscono l categoria più debole (insieme alle ferrovie)

In particolare, mostrano carenze sia strutturali che funzionali. In tutte le province siciliane ad esclusione di Palermo le strade hanno un indicatore di sintesi inferiore alla soglia di 50 punti (valore medio tra 0 e 100). Deficit ci sono per la dotazione (bassa consistenza di rete stradale, soprattutto di categoria autostradale, assenza di autostrade a tre corsie e di autostrade stesse come nelle province di Agrigento e Ragusa). La Sicilia pecca anche in strategia, a causa della limitata spesa per interventi stradali e dai tempi di realizzazione incerti.

Stando al Libro Bianco siciliano alla provincia di Agrigento spetta la peggiore performance nella macroarea del Sud e Isola

Si posiziona al 99° posto in Italia per infrastrutture stradali. Il 55 per cento dei treni siciliani ha 19 anni In Sicilia i punti di debolezza dell’assetto ferroviario “si riscontrano in tutti gli ambiti: bassa numerosità e prestazioni delle stazioni ferroviarie, assi ferroviari non agganciate al Corridoio Europeo Ten-T, rete totalmente elettrificata solo nelle province di Messina ed Enna, bassa percentuale di linee a doppio binario. Inoltre, nella funzionalità (numero di treni in arrivo/partenza dal capoluogo, copertura GSM-R che è una comunicazione radio per le ferrovie standardizzata a livello europeo e diffusa a livello globale, sistemi tecnologici di controllo marcia treno, presenza di servizi di mobilità integrata in stazione, taxi, metropolitana) e la strategia.

Dal punto di vista della strategia

la Sicilia evidenzia nel complesso una spesa contenuta per interventi ferroviari e concentrati su tre province (Palermo, Enna e Catania). Andando all’età media dei treni, questa è superiore al dato nazionale (19 anni contro 15,4 anni). Il 55 per cento dei treni in Sicilia ha 19 anni. Nelle province di Ragusa e Trapani la rete ferroviaria evidenzia tra le peggiori performance in Italia (rispettivamente al 102° e 94° posto) a causa di una rete interamente a singolo binario, non elettrificata e senza copertura GSM-R.

(l’indicatore ha escluso Lampedusa e Pantelleria)

Nonostante la presenza di quattro aeroporti sul territorio regionale (l’indicatore ha escluso Lampedusa e Pantelleria), di cui uno (Palermo) inserito nel Core Network europeo, la Sicilia ha evidenziato una scarsa performance anche sulle infrastrutture aeroportuali. Rispetto al territorio nazionale, gli aspetti più penalizzanti sono riferibili alla dotazione (grandezza degli aeroporti, area parcheggio aerei, presenza di una sola pista, numero di banchi check-in, solo nell’aeroporto di Palermo è presente la stazione ferroviaria). Caltanissetta e Agrigento risultano le province meno performanti (rispettivamente al 101° e 104° posto in Italia), perché non riescono a beneficare dell’influenza di nessuno degli aeroporti considerati sul territorio regionale.


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