riceviamo e pubblichiamo
Sicilia: Una condizione socioeconomica-sanitaria tra le più disastrate d’ Europa
di Salvo Neri
I giovani emigrano per poche opportunità e salari bassi.
Bassa occupazione e NEET da record europeo. Sanità: pochi posti letto ed alta emigrazione Alta dispersione idrica e rinnovabili poco utilizzate. Qualità dei servizi pessima Un problema serio le distanze dai servizi “Il contesto economico e sociale della Sicilia è tra i più disastrati d’Europa “. I primati, in negativo, sono innanzitutto “il primo posto per rischio di povertà in Italia” e il secondo “per disuguaglianza del reddito “. La Sicilia conta oltre 4,8 milioni di abitanti, l’8,2 per cento del totale nazionale. Il problema è che il calo della popolazione nell’ultimo triennio (2020-2023) è più accentuato rispetto al nazionale (meno 1,3 per cento) e si attesta al meno 1,5 per cento.
Nel 2022 il saldo migratorio è stato meno 17.355 persone
Il gap è molto più accentuato se si considera la componente femminile
In Sicilia lavora 1 donna ogni 3 nella fascia 20-64 anni. Il tasso di occupazione dei giovani tra i 15 e i 29 anni, in Italia è al 33,8 per cento mentre il valore osservato in Sicilia è del 20,7 per cento. Anche l’abbandono scolastico e la fuoriuscita dei giovani dal mondo del lavoro e della formazione rappresentano un’emergenza. Le persone nella fascia 18-24 anni fuoriuscite precocemente dal sistema di istruzione e formazione sono il 18,8 per cento nel 2022, il valore più alto d’Italia. Nello stesso anno, i giovani tra 15 e 29 anni che non lavorano e non studiano, i cosiddetti NEET, sono 32 giovani su 100, contro la media del 26,9 per cento al Sud e del 19 in tutta Italia. Si tratta, di “un record di valore europeo”
Ancora peggio i servizi sanitari, “caratterizzati da differenze territoriali rilevanti”
La quota di persone che rinunciano alle cure sanitarie è elevata: nel 2022
L’indicatore relativo alle rinunce per diversi motivi (per problemi economici o legati alle difficoltà di accesso al servizio, incluse le liste di attesa) raggiunge il 7,2 per cento, superando la media nazionale del 6,2 per cento. La rinuncia avviene per il motivo economico, ma sono frequenti anche le rinunce legate alle liste di attesa ed alla scomodità che incorpora la distanza dalle strutture sanitarie o la mancanza di trasporti per raggiungerle. La qualità dei servizi in Sicilia: “scadente”, ad iniziare dall’acqua pubblica. Nel 2020 la dispersione di acqua potabile dalle reti di distribuzione dei comuni isolani è pari al 52,5 per cento dell’acqua immessa, superiore alla media nazionale del 42,2 per cento e del Sud (48,4 per cento). Nel 2022 in Sicilia il 32,6 per cento delle famiglie ha denunciato, inoltre, irregolarità nella distribuzione dell’acqua, oltre il triplo del valore medio nazionale (9,7 per cento).
La Sicilia mostra uno svantaggio anche per la minore produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, molto evidente rispetto al Sud:
Nel 2022, poco più del 30 per cento delle famiglie italiane lamenta difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici nella zona di residenza
in Sicilia questo dato si attesta al 37,5 per cento. Secondo i più recenti dati Istat la percentuale di binari ferroviari non ancora elettrificati supera il 40 per cento. Una percentuale che è diminuita a ritmi lentissimi: solo dello 0,6 per cento in 14 anni. Nel 2006 i chilometri non elettrificati erano 594, nel 2020 se ne sono contati 578, appena 16 in meno.