Vieni in terra di Sicilia l’ospitalità è di casa

Vieni in terra di Sicilia l’ospitalità è di casa

Vieni in terra di Sicilia l’ospitalità è di casa

Articolo di Salvo Neri

Vieni in Sicilia dove da un Comune all’altro, si può incorrere in un Barocco dalle diverse peculiarità: mentre a Catania assume per via della pietra lavica il tipico colore grigio scuro, a Noto si identifica con edifici dal luminoso color miele. Vieni in Sicilia, per visitare le meravigliose Necropoli rupestri di Pantalica. (Sr) La Necropoli di Pantalica conta 5000 tombe datate tra il tredicesimo al settimo secolo a.C., scavate nella roccia in prossimità di cave di pietra.

Testimonianza della presenza greca nell’Isola

All’epoca bizantina invece risalgono le fondamenta del Anaktoron il Palazzo del Principe Dal canto suo Siracusa, la cui fondazione risale all’ottavo secolo a. C., è testimonianza della presenza greca nell’Isola e, più in generale, nel Mediterraneo Occidentale. “La più grande città greca e la più bella di tutte”: con tali parole la descrisse Cicerone. Il nucleo della città, l’Isola di Ortigia, controllava due importanti porti naturali. Dal teatro greco all’anfiteatro romano, passando per il Tempio di Atena, poi adibita a cattedrale: le bellezze locali sono numerose.

Vieni in Sicilia tra gli indescrivibili paesaggi dell’Etna

Le aree in questione, e i monumenti qui presenti, costituiscono un accumulo unico, attraverso i secoli e nello stesso spazio, di notevoli testimonianze sulle culture del Mediterraneo “. Vieni in Sicilia tra gli indescrivibili paesaggi dell’Etna sito patrimonio dell’umanità che comprende l’area del Vulcano più rigorosamente protetta e scientificamente importante e rientra nel Parco naturale regionale dell’Etna. Copre un’area di 19.237 ettari. Andrà ricordato che “‘A Muntagna”, che sorge lungo la costa orientale dell’Isola, è (geograficamente parlando) il vulcano più grande d’Europa e tra i più attivi al mondo. Da circa 2.700 anni la sua attività viene documentata, eppure non smette ancora di stupire.

L’Etna è importante tanto per gli studiosi quanto per gli isolani

E, in particolar modo, per i catanesi: i primi le riservano costante attenzione, i secondi eterno attaccamento. Il settimo e ultimo sito UNESCO siciliano: Palermo Arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale è stato proclamato a Bonn nel 2015. Questo comprende diversi edifici religiosi e civili: Palazzo Reale; Cappella Palatina; San Giovanni degli Eremiti; Chiesa della Martorana; San Cataldo; la Zisa; Ponte dell’Ammiraglio; la Cattedrale di Palermo; il Duomo di Cefalù; il Duomo di Monreale.
Vieni in Sicilia a visitare Il borgo di Montalbano Elicona un nome eccezionale tra storia e cultura senza tempo

Il nome “Montalbano”, secondo alcuni studiosi, deriva dal latino mons albus, riferendosi ai monti imbiancati di neve. Altri, invece, sostengono che deriva dall’arabo al-bana, con il significato di “luogo eccellente”. Studi recenti attribuiscono questa derivazione da Sesto Nonio Albano, latifondista romano, cittadino della vicina Tindari, che sarebbe l’eroe eponimo della città. Il nome “Elicona”, invece, deriva dal fiume ed è di chiara origine greca, “elikon” significa tortuoso, e compare presumibilmente nel IV secolo a.C. il borgo dei borghi più bello d’Italia ove toccare con mano i Megaliti dell’Argimusco: un’area con megaliti unici e bellissimi.

Montalbano Elicona dove potrai visitare il Borgo Medievale

Un bellissimo borgo con viuzze strette ed angoli incantevoli, con il Castello di Federico II, gli imponenti Portali di Casa Franda, Miligi e Ballarino: il  Museo Eugenio Belfiore: ospitato da Casa Parlavecchio, di fronte alla Basilica di San Nicola. Ed ancora in una Sicilia che ti incanta c’è da   visitare Pollina che secondo alcuni storici sarebbe la moderna erede di Apollonia, antica città della Magna Grecia. Pollina nel 1321 dal vescovo di Cefalù venne concessa al conte Francesco Ventimiglia la cui famiglia conserverà la baronia fino alla eversione della feudalità agli inizi del secolo XIX.
Lo sviluppo turistico della zona cominciò negli anni ’70 del Novecento

quando su progetto dell’architetto Foscari fu costruito, sulle linee del teatro greco, un teatro all’aperto ricavato da una roccia dolomitica, dal particolare colore metà rosato e metà bianco, da cui il nome di “Pietrarosa”. Solo luogo in tutto il mondo mediterraneo, per una singolare miscela di fattori culturali ed ambientali, a Pollina si è conservata la conoscenza e la tecnica per produrre ancora la manna.

La produzione della manna

Un tempo diffusa in ampie zone della costa settentrionale della Sicilia e in altre aree della Toscana, della Puglia e della Calabria, oggi si è conservata solo nel territorio di Pollina. Nei boschi del territorio pollinese, divenuti una sorta di “museo a cielo aperto”, si ottiene questo prodotto unico intaccando con un particolare coltello il tronco del frassino in estate. Il liquido che sgorga dalle incisioni si condensa seccandosi all’aria estiva, si raccoglie e viene usato in composti medicinali, esattamente come duemila anni fa quando i medici greci e romani lo chiamavano “miele di rugiada” o “miele di frassino”.
Gli arabi invece ritenevano possedesse proprietà spirituali e fosse benedetto perché citato dal Corano

Pollina è un comune siciliano della città metropolitana di Palermo. Fa parte del Parco delle Madonie. Il comune di Pollina comprende i centri abitati di Pollina e Finale oltre alle località abitate Costa Turchina, Nastasi e Rais Gerbi. Più di due terzi della popolazione residente vive nel centro abitato di Finale. Vieni in Sicilia, un paradiso a uso esclusivo ti aspetta. Salvo Neri

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